Sentiti anche gli zoldani «soccorritori»
Le testimonianze parte integrante delle future perizie sui rottami
Militari dell'Usaf a Soramaè
BELLUNO.
Parola ai testimoni dello schianto dell’F-16: saranno sentiti anche gli zoldani dalla commissione di inchiesta che indaga sull’incidente del caccia schiantatosi martedì sera a Zoldo Alto. Nel frattempo, a Soramaè, continuano due tipi di lavoro da parte di militari americani e italiani: la stabilizzazione dei rottami dell’aereo e la tutela della loro condizione di stato e luogo perchè fino a quando la procura di Belluno non darà l’autorizzazione, rimuoverli sarà impossibile.
Ci vorrà un mesetto buono per capire che cosa abbia provocato lo schianto del velivolo statunitense.
Questione di perizie, invece, l’inchiesta condotta dalla magistratura bellunese che ha aperto il fascicolo per disastro aereo e indagato il pilota dell’F-16 americano (un atto dovuto). Perizie che serviranno a stabilire la causa della perdita di quota del velivolo militare. Il pilota, Timothy Palmer di 36 anni, potrà raccontare quel che gli è accaduto.
Quanto alla commissione militare, è al lavoro per la verifica di alcuni parametri, per capire la posizione dell’aeroplano e arrivare a comprendere meglio cosa sia successo sui cieli di Zoldo Alto.
«L’attività delle commissioni, qualunque esse siano è abbastanza lunga perchè le procedure prevedono un iter molto lungo» spiega il tenente colonnello Carmelo Di Noto, responsabile a Istrana e già membro della commissione di inchiesta che si occupò della tragedia del Cermis «devono essere interrogati tutti, chi ha visto e sentito, poi quando la procura darà l’autorizzazione per controlli non distruttivi bisognerà verificare anche i rottami. Almeno 30/40 giorni sono necessari per poter avere un quadro più o meno preciso: per fortuna in questo caso il pilota si è salvato e può raccontare quel che è accaduto».
Un’inchiesta, questa, che ha finalità di sicurezza di volo: «Va infatti verificato che il velivolo non abbia tare o guasti di genere».
Anche gli zoldani accorsi e che hanno visto il velivolo precipitare saranno sentiti benchè si tratti di testimonianze che vengono prese ma, come in ogni incidente volo capitato, quelle del personale civile vengono valutate con l’attendibilità dovuta, non essendo pareri tecnici.
Una volta terminata l’inchiesta, il protocollo prevede che gli americani ne diano le conclusioni alle autorità italiane.
Così, dopo aver consegnato i vestiti e le scarpe, chi a Soramaè è andato vicino all’F-16 e ha varcato l’area di rispetto (nell’immediatezza dell’accaduto) o s’è sentito volare sulla testa quel caccia, dovrà riempire anche i verbali.
Nessun problema invece per le particelle di carbonio che potevano essere sparse nell’aria: «Il ritiro dei vestiti è stato un eccesso di zelo» conferma Di Noto «si poteva ben dire alla popolazione di lavare i vestiti per verificare se ci sono fibre di carbonio ma è un irritante non dà alcun tipo di problema. Quanto al kerosene, è andato via bruciato, quel che resta verrà bonificato».
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