«Senza garanzie non firmiamo le nostre dimissioni»
CORTINA. «Non abbiamo intenzione di firmare le lettere di dimissione volontaria dalla società Codivilla Putti spa senza alcuna garanzia certa di un’assunzione con contratto a tempo indeterminato con le stesse condizioni contrattuali in essere».
Dura presa di posizione di 86 su 101 lavoratori dell’ospedale Codivilla. Una petizione che arriva dopo l’incontro con la Fp Cgil e l’assemblea con Fp Cisl e Uil in cui si è parlato di come la Regione intenda risolvere la sperimentazione pubblico-privato. Una soluzione che ai lavoratori non dà alcuna certezza sul mantenimento dei posti di lavoro.
Insieme al rifiuto di firmare le dimissioni, i lavoratori chiedono ai sindacati di «condividere prima con noi le eventuali scelte da intraprendere con la Regione per giungere alla soluzione della grave crisi del Codivilla Putti». Ieri, infatti, scadeva il tempo in cui le parti sociali dovevano dare il proprio appoggio o meno all’operazione regionale. Se da parte di Cisl e Uil c’è il sì, le riserve nate dall’analisi del passaggio dei lavoratori da società Codivilla spa ad agenzia interinale e infine ad Oras non convince la Fp Cgil, che si dice decisa a non firmare l’accordo. «Lo facciamo per i lavoratori, per il cui futuro non vediamo certezze», precisa il segretario Gianluigi Della Giacoma.
Intanto, proprio ieri è arrivata la lettera del direttore generale dell’Usl 1, Rasi Caldogno, che chiede alla società la restituzione delle chiavi dell’ospedale un minuto dopo la fine della giornata del 29 aprile. «Sappiamo che i medici stanno facendo i doppi turni in sala operatoria per lasciare libero l’ospedale entro la fine del mese», dice Renata Dal Farra, consigliera provinciale, «e già molti pazienti stanno prendendo appuntamento a Udine o Trento per farsi seguire dai medici che ora sono a Cortina e che stanno pian piano andandosene».
A criticare la decisione regionale è anche il presidente del comitato di distretto dell’Usl Dolomiti, Jacopo Massaro. «Siamo molto preoccupati come sindaci del futuro del Codivilla», ha detto ieri durante il consiglio provinciale. «Quei 30 mesi erano stati concessi per trovare una soluzione, per sviluppare l’ospedale non per chiuderlo, decisione tra l’altro presa sulla scorta di un report di saggi su una situazione che in tre anni è andata migliorando». I primi cittadini e la Provincia temono «eventuali ricorsi e richieste milionarie di risarcimento alla Regione da parte delle parti danneggiate, spese che ancora una volta finirebbero per ricadere sui cittadini».
Per Massaro l’operazione dell’assessore Coletto «non tutela gli investimenti fatti dal socio privato, socio che potrebbe portare via le attrezzature oppure aprire un contenzioso doloroso. Una cosa è certa: si perderanno le professionalità laddove si fa fatica a trovarne».
Ma la cosa che stupisce i sindaci è che «non è stato nemmeno definito il capitolato di gara per il nuovo socio privato accreditato e quindi non sappiamo quali servizi e quale tipo di sviluppo sono previsti». Infine c’è tutta la partita delle risorse. «Non vorremo che ora l’Usl, che già fatica ad andare avanti con il budget attuale, si trovasse a dover gestire un altro ospedale, magari toglienso risorse alle attività dei nostri attuali ospedali. Questa operazione è negativa sotto tutti i punti di vista».
Paola Dall’Anese
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