«Senza infermieri, in crisi l’intero servizio erogato»
BELLUNO. «Riposi che saltano, straordinari come se piovesse, part time trasformati praticamente in tempi pieni, riduzione dell’organico nelle ore notturne. E un servizio che inizia a far sentire qualche criticità». A lanciare l’allarme, l’ennesimo, sulla carenza del personale infermieristico nell’Usl 1, questa volta è la coordinatrice della provincia di Belluno del sindacato Nursing up, Lorella Vidori. Quest’ultima sottolinea che «ad aver richiesto più personale sono ben otto reparti del territorio, dall’ostetricia di Belluno, alla medicina di Agordo, fino a quella di Pieve di Cadore. Senza considerare poi la neurologia, il pronto soccorso».
Situazione pesante. Una situazione che si sta facendo pesante soprattutto in concomitanza con le ferie estive che vanno ad acuire carenze di personale già di per sè problematiche. «Si può affermare che la carenza organica dell’Usl 1 è distribuita in modo omogeneo tra le varie strutture ospedaliere da Pieve di Cadore, passando per Agordo per finire a Belluno» dice la coordinatrice del Nursing up: «Alla richiesta di personale, a copertura di quello mancante o perché pensionato, o perché in maternità o in malattia, la risposta che ci siamo sentiti dare è sempre stata: arrangiatevi con il personale disponibile».
Riposi saltati e straordinari a manetta. Per riuscire a mantenere la qualità del servizio «finora erogato nelle nostre strutture sul territorio», prosegue la sindacalista, «considerato che già normalmente è difficile garantire la copertura assistenziale routinaria, si sono fatti saltare i riposi al personale, utilizzare i part time con orario normale, si è ridotto l’organico notturno. Il problema è che il recupero per tutti questi riposi saltati non viene programmato, come si dovrebbe, nel giro di 1-3 mesi, ma si continua a spremere sempre gli stessi lavoratori. E si consideri che il personale ha un’età media che va dai 45 ai 50 anni e il lavoro svolto è abbastanza usurante».
Vidori sottolinea che «da un paio d’anni il lavoro dell’infermiere viene stabilito in base ai minuti minimi assistenziali cioè ogni operatore ha un tot di minuti da dedicare ai singoli pazienti. In base a questo criterio, infatti, i nostri ospedali avrebbero anche troppi infermieri, ma se guardiamo allo standard qualitativo erogato, ad oggi siamo in pochi».
Il servizio inizia a vacillare. Una cosa ci tiene a precisare Lorella Vidori: «Se finora è sempre stato garantito un buon livello di servizio, è grazie al forte senso di responsabilizzazione del personale. Quindi, ben venga l’umanizzazione dell’assistenza, che però non può basarsi sulla buona volontà e la dedizione del lavoratore, che è già spremuto a sufficienza. Se questi livelli di personale sono quelli che ci saranno nel futuro, allora lo si dica e l’Usl organizzi il lavoro in base a questi numeri. Perché così non si può più andare avanti, il personale è allo stremo. Importante sarebbe un confronto con il direttore sanitario, Giovanni Pittoni, a cui abbiamo chiesto un incontro ancora nel giugno scorso, ma finora senza alcun riscontro. Come sindacati abbiamo rapporti frequenti con l’ufficio delle professioni sanitarie, ufficio che può rispondere fino ad un certo punto alle nostre richieste, visto che comunque a decidere è il direttore sanitario».
La coordinatrice del sindacato degli infermieri, evidenzia poi che «se fino a qualche tempo fa si riusciva a coprire bene il gap, ora invece gli utenti iniziano a rendersi conto che c’è qualcosa che non va, che il personale è poco e non ce la fa a seguire tutto».
La trattativa per le progressioni professionali. Anche il Nursing up torna sulla trattativa in atto tra sindacati, rsu e Usl per recuperare la progressione professionale del 2015 per 225 dipendenti del comparto infermieristico.
E se la prende con la Cisl e la raccolta di firme, così come aveva fatto anche la Cgil. «La raccolta firme attuata da Zuglian della Cisl, a sostegno della proposta sindacale per il recupero del fondo di indennità per fasce del 2015, purtroppo bloccato dal Collegio dei Revisori dei Conti, si presta ad alcune riflessioni: a quale scopo la mancanza di condivisione, discussione e spiegazione adeguata ai lavoratori? Era proprio necessario che la Cisl chiamasse i lavoratori ad esporsi personalmente con la propria firma?».
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