«Senza risorse difficile arrivare a fine anno»
BELLUNO. Mancati trasferimenti e accessibilità. Ma anche i tagli all’istruzione. Problematiche che vanno ad aggiungersi alle difficoltà che ciechi e ipovedenti si trovano a dover già affrontare. «Il blocco dei contributi regionali è una questione purtroppo ormai conosciuta», sottolinea Stefano Pellini, presidente della sezione bellunese dell’Unione italiana ciechi e ipovedenti Onlus. «La Regione ha stanziato finanziamenti negli ultimi anni, ma non li ha ancora erogati. Rimane quindi il problema di come riuscire ad arrivare a fine anno. Certo, noi siamo un’associazione, ma dobbiamo farci aiutare da personale, prima di tutto da una segretaria, che è indispensabile, perché abbiamo bisogno di una persona vedente che ci affianchi nel lavoro. E ci sono poi i progetti che portiamo avanti per sostenere i nostri soci: dall’istruzione alla mobilità, dall’inserimento lavorativo all’assistenza e alle pratiche quotidiane».
L’associazione cerca di ricavare parte dei suoi fondi dal tesseramento dei soci e da diverse iniziative (come le “cene al buio), «ma si tratta sempre di entrate minime», commenta Pellini. «Fortunatamente negli anni siamo stati capaci di risparmiare e di accantonare delle risorse. Ma il problema si porrà in modo più grave in prospettiva». Accanto alla questione risorse c’è quella legata all’accessibilità dei luoghi pubblici. «Da sistemare ci sarebbe davvero parecchio», fa presente il presidente della sezione provinciale. «In questo momento stiamo portando avanti un progetto con il Comune di Belluno, insieme al sindaco Massaro e all’assessore Tomasi, per rendere accessibile la stazione ferroviaria e dei bus».
L’intenzione, condivisa con Palazzo Rosso, è di ampliare il percorso tattile già presente all’interno della stazione. «L’obiettivo è portarlo all’esterno», precisa Pellini, «attraversando il piazzale e collegandolo al marciapiede dal lato opposto, e quindi verso il centro storico. Allo stato attuale, infatti, nella stazione del capoluogo un cieco o un ipovedente si perdono e non è possibile attraversare il piazzale. Appena al di fuori della stazione c’è una mappa tattile, ma non ha utilità se chi ha problemi di vista non sa come arrivarci».
Sul fronte tagli all’istruzione, Pellini ha scritto lunedì alla presidente della Provincia Larese Filon per chiederle un incontro. «I soci iscritti all’Unione a livello provinciale sono circa 160 (ma le statistiche Inps dicono che sul territorio le persone cieche o ipovedenti sono il doppio, ndr)», aggiunge Pellini. «Tra i soci, parecchi sono giovani. E a loro dobbiamo dare supporto affinché possano studiare». Il fatto è che, dopo la riforma che riguarda le Province, non si sa chi mette i fondi e chi organizza gli interventi. E bambini e ragazzi con problemi di vista devono essere seguiti da insegnanti di sostegno e dalla Provincia ricevono ausili che li aiutano nello studio. «Per Belluno, per l’anno scolastico appena iniziato, non ci dovrebbero essere problemi, dal punto di vista finanziario e di presenza di personale di sostegno, in quanto c’è un contratto già in essere», commenta Pellini.
«La nostra preoccupazione riguarda il futuro nemmeno troppo lontano: vogliamo capire come la Provincia ha intenzione di muoversi». A Palazzo Piloni il presidente dell’Uici di Belluno affronterà anche il tema trasporti, «visto che si parla del cambio per Padova a Montebelluna. Sarebbe grave non solo per gli ipodeventi, ma anche per chi ha problemi deambulatori».
Martina Reolon
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