«Senza soldi, destinati a morire molto presto»
BELLUNO. «Se la Regione non ci finanzierà più, tutto il lavoro fatto finora sarà vanificato e per Consorzi e Pro loco non ci sarà futuro».
La preoccupazione degli operatori è alle stelle. La prospettiva per il 2013 non è delle migliori. Anzi, è talmente nera che dalla montagna arriva un appello all’assessore competente Finozzi e a Venezia: «Dateci risorse».
Il sistema dei consorzi ad oggi. Il sistema dei consorzi, che conta oggi 14 enti, di cui uno in provincia di Belluno, vale a dire il Consorzio Dolomiti, e si occupano di promo-commercializzazione del territorio, rischia di saltare se non ottiene le risorse.
Attualmente la Regione assegna una somma che viene poi raddoppiata dagli operatori. Ma per il 2013 l’assessore Finozzi è stato chiaro: «Saranno finanziati i progetti, tramite dei bandi».
«La validità del sistema attuale», precisano Gino Mondin e il direttore Antonio Pellegrino, «è che ogniqualvolta la Regione metteva una somma, la spesa totale era raddoppiata. Se Venezia non metterà un euro, verrà meno nell'operatore la voglia di promuovere il territorio. E poi a questi bandi chi potrà partecipare? Saranno solo per i Consorzi o anche altre associazioni? E in questo caso le risorse saranno dimezzate».
Negli anni la somma che viene trasferita da Venezia è andata via via diminuendo. Partita da circa un milione di euro si è fermata quest’anno a 124mila euro. «Ma con questa somma cosa si può fare? Siamo all’inerzia. Un consorzio in queste condizioni non può fare bene il suo mestiere», dicono Mondin e Pellegrino.
«La Regione, non finanziando più i consorzi, costringerà l'operatore, che è l’anima dell’ente stesso, ad andare per conto proprio, e il risultato è che tutto il know how e il lavoro fatto insieme andranno perduti», sottolinea anche l’assessore comunale di Belluno, Valerio Tabacchi.
Finozzi ha lanciato anche i consorzi tematici. «Il tematismo può andare bene soltanto sulla promozione, ma sulla governance è bene che ogni territorio pensi a se stesso, viste le peculiarità di ciascuno», precisa Tabacchi che aggiunge: «Si parla nella nuova legge di consorzi per la commercializzazione, ma siamo anche in questo punto e a capo: se non vengono finanziati, è come se nascessero già morti. Quello che chiediamo alla Regione è di garantirci delle risorse altrimenti non si va da nessuna parte. Anzi, dovremo fare i conti con una frammentazione e disgregazione di operatori che va nettamente in contrasto allo spirito della norma regionale».
E poi Tabacchi precisa: «Anche nel comune di Belluno stiamo cercando di fare un consorzio unico per questo chiediamo all’assessore di fare uno sforzo e pensare che non esistono solo le grandi realtà».
Tassa di soggiorno. Gli operatori sono allarmati per la prospettata introduzione della tassa di soggiorno per tutto il territorio veneto. «Se ad oggi i Comuni hanno deciso di non appesantire la situazione già drammatica non applicando la tassa di soggiorno, chi lo ha fatto, ha cercato di finalizzare i soldi ricavati per iniziative che aumentino il flusso turistico. Nel capoluogo abbiamo deciso di non metterla, proprio per agevolare il turista», spiega Tabacchi, che prosegue: «Ma se dalla Regione non arriveranno risorse, saremo di fatto costretti ad applicarla nel 2013».
Ma l’assessore si dice preoccupato per come sarà utilizzata. «L'ipotesi che venga applicata in tutta la provincia rischia di creare delle disparità tra chi avrà grandi introiti e chi no. Si creeranno una frammentazione totale e una mancanza di sistema che sarà deleterio. Ma siamo anche preoccupati per il fatto che il 40% degli incassi è destinato a Regione ed Enit, un ente che ha rilevato di non essere in grado di occuparsi realmente di turismo. Quello che noi chiediamo», continua l’assessore comunale bellunese, sostenendo le tesi del presidente di Federalbergni, «è che la tassa venga lasciata agli imprenditori locali. Anzi noi siamo dell’avviso che la tassa di scopo sia applicata dai Comuni con un fondo perequativo trovando un altro ente, che potrebbe essere il Consorzio Bim, che abbia un ruolo di raccordo perché gli enti locali non possono gestire anche questo».
Gli Iat. Un altro problema è il futuro degli uffici turistici o Iat. Gli uffici turistici non sono più attuali e anche in questo campo da Venezia non giungerà più un euro. Ad oggi, di fatto, gli Iat vengono praticamente finanziati al cento per cento. Ma resta la questione del personale che si trova in capo alla Provincia.
Quindi, la loro eliminazione oltre a creare un problema per Palazzo Piloni, creerà un ulteriore disagio nella gestione dell’informazione.
Per alcuni lo smantellamento del sistema turistico locale potrebbe essere partito. E a nessuno piace.
©RIPRODUZIONE RISERVATA
Riproduzione riservata © Corriere delle Alpi