Senza stipendio da mesi, supplenti pronti a lasciare
BELLUNO. Un centinaio tra docenti e personale tecnico amministrativo (Ata, soprattutto collaboratori scolastici) con incarichi di supplenza breve (da un mese a quattro) stanno ancora aspettando di essere pagati per il lavoro svolto. La situazione è diventata talmente insopportabile che in molti si sono rivolti al sindacato per rivendicare il dovuto.
A denunciare quanto sta avvenendo è Lorella Benvegnù, segretaria della Cisl Scuola, insieme con gli altri sindacati di categoria.
«Proprio l’altro giorno si è rivolta a noi una docente che attende da ottobre lo stipendio», dice Benvegnù. «Considerando che abita lontano da casa e deve quindi pagarsi un affitto, non vedersi accreditare i compensi spettanti le sta creando non pochi problemi, perché non riesce più sostenere le spese necessarie per poter vivere da sola. Se dovesse proseguire questa situazione, non le resterà che lasciare il lavoro, così da evitare costi inutili».
Il problema «è che le supplenze brevi, di qualche settimana o di pochi mesi, non sono gestite dal ministero del Tesoro, bensì dal Miur. Ma il sistema è abbastanza farraginoso, tanto che le segreterie delle scuole sono costrette a inviare ogni mese il contratto dei docenti o del personale Ata a un particolare portale», spiega Benvegnù. Che poi aggiunge: «Ma anche così lo stipendio non arriva. La questione è che il ministero dell’Istruzione non ha soldi e quindi prende tempo. Speravamo che con la decisione di effettuare dei pagamenti straordinari il 19 gennaio questi lavoratori potessero vedere finalmente gli stipendi arretrati. Invece non è andata così. A questo punto dovremo tornare al Miur e verificare nominativo per nominativo lo stato delle pratiche».
«Quello che consigliamo a chi si rivolge a noi», precisa anche Walter Guastella, segretario della Flc Cgil, «è di presentare una diffida alla segreteria della scuola dove queste persone prestano servizio, diffide che poi i presidi provvederanno a trasmettere al ministero dell’Istruzione. In questo modo possiamo far decorrere i termini per gli interessi legali: in questo modo, quando il docente o il tecnico percepirà finalmente lo stipendio, potrà vantare anche gli interessi maturati in questi mesi».
«Molte sono le situazioni pesanti», conclude Guastella. «Si tratta non solo di persone che hanno il contratto ancora attivo, ma anche di chi ha già terminato da qualche mese la supplenza e ancora ora sta aspettando il compenso. È una situazione paradossale».
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