Senza stipendio e Tfr, scioperano gli addetti

Alpago. Sono i sei lavoratori della logistica della Pizzolotto srl appaltati a diverse cooperative
tENSIONE TRA PROVINCIA E VENETO STRADE.
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ALPAGO. Sciopero dei lavoratori della logistica, appaltata dalla Pizzolotto detersivi srl di Paludi d’Alpago a una cooperativa laziale. Ieri i sei addetti hanno deciso di incrociare le braccia per cercare di ottenere l’ultimo stipendio e il Tfr dall’ultima cooperativa per cui hanno lavorato nei mesi scorsi.

«La questione», spiega la segretaria della Filt Cgil, Alessandra Fontana, che sta seguendo questi dipendenti, «è che il servizio di logistica della Pizzolotto è stato dato in appalto a delle cooperative che, con frequenze molto ravvicinate, cambiano. E per una ditta che se ne va, restano sempre da liquidare agli addetti l’ultimo stipendio e il trattamento di fine rapporto. Non si tratta di grandi cifre, parliamo infatti di circa 2 mila euro per ciascun dipendente, ma sono cifre relative a un lavoro svolto e quindi vanno liquidate».

Per i sei lavoratori la situazione non è una novità. «Già l’anno scorso era finito il rapporto di lavoro con la precedente cooperativa e per recuperare i crediti maturati abbiamo avviato una causa di cui ancora non abbiamo l’esito. E ora ci troviamo nella stessa circostanza, con la società subentrata che se n’è andata a sua volta. Salvo poi veder ricomparire gli stessi amministratori, ma con altre ditte».

«I lavoratori», prosegue ancora la sindacalista della Filt Cgil, «sono stanchi di andare a elemosinare quanto spetta loro e a questo punto, non potendo per legge rivalersi sulla ditta committente, cioè la Pizzolotto srl, hanno deciso di scioperare per lanciare un segnale forte di protesta. Per dire che questo sistema non deve più andare avanti e che questi continui cambi di cooperative implicano dei disagi e delle perdite economiche per loro. Più volte abbiamo cercato di contattare le cooperative che se ne sono andate, chiedendo un incontro, ma non abbiamo mai avuto risposta. Spesso le ditte finiscono in liquidazione e quindi diventa difficile trovare un referente con cui confrontarci».

Ieri, quindi, hanno deciso di incrociare le braccia, «ma la protesta andrà avanti ancora ad oltranza», annuncia Fontana, che continua evidenziando come «lo stato di agitazione proseguirà finché gli addetti non avranno quanto dovuto».

E poi la sindacalista ricorda la battaglia della Camera del lavoro per «la responsabilità solidale necessaria anche negli appalti, cosa che stiamo portando avanti col governo e con la nostra battaglia referendaria».

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