Senza un dermatologo a rischio le attività Lilt
BELLUNO. Si chiude con il leggero utile di 2 mila euro il bilancio 2017 della Lilt (Lega italiana contro il tumore) provinciale. Un utile che poteva essere di gran lunga maggiore, se fosse continuata l’attività degli ambulatori per il controllo dei nei e del cavo orale. Tutte attività che a settembre non sono potute ripartire per la mancanza di specialisti.
A dirsi preoccupato è il presidente bellunese dell’associazione Mario Leonardi, che ieri sera ha presieduto il consiglio direttivo, convocato per votare il bilancio. «Dobbiamo considerare», dice il presidente, «che da giugno non abbiamo più potuto introitare i soldi relativi alle visite per il controllo dei nei per la mancanza di un dermatologo disposto a venire a Belluno, un paio di volte a settimana, per svolgere queste visite. Chiuso anche il laboratorio che avevamo istituito un anno fa per il controllo del cavo orale. Due servizi importanti, che la stessa cittadinanza bellunese aveva apprezzato. A dirlo sono i numeri: nel corso degli anni, infatti, erano migliaia i bellunesi che si erano rivolti a noi per il controllo dei nei».
«Ora», prosegue Leonardi, «non avendo più queste entrate, non sappiamo come portare avanti tutte le altre attività che avevamo messo in piedi, a cominciare da quelle relative alla prevenzione nelle scuole. Per quest’anno andremo avanti con gli appuntamenti già intrapresi, ma per i prossimi anni sarà dura andare avanti».
Per sopperire a questo calo delle entrate il presidente sta pensando di inviare a casa di ciascun utente dell’ambulatorio dei nei una lettera per invitarlo a contribuire ugualmente al sostentamento della Lilt. «In fondo quando le persone venivano alla visita dermatologica, il contributo monetario che chiedevamo serviva, in parte, per sostenere l’associazione e in parte per pagare il professionista. Sicuramente molti di coloro che riceveranno la lettera non risponderanno, ma spero che tanti altri vorranno darci ugualmente una mano».
Il capo della Lilt di Belluno non demorde: «Speriamo», conclude Leonardi, «che tutti i nostri appelli, che abbiamo esteso anche a livello nazionale, sortiscano gli effetti sperati. L’obiettivo è far arrivare il dermatologo per far ripartire un laboratorio così importante».
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