Sergio Turchetti, un’istituzione per l’Esercito in Cadore

PIEVE DI CADORE. Pur non avendo partecipato alla seconda guerra mondiale, il sottufficiale Sergio Turchetti ha contribuito alla rinascita dell’Esercito italiano in Alto Adige e in Cadore. Per i...

PIEVE DI CADORE. Pur non avendo partecipato alla seconda guerra mondiale, il sottufficiale Sergio Turchetti ha contribuito alla rinascita dell’Esercito italiano in Alto Adige e in Cadore. Per i meriti acquisiti durante gli anni difficili della rinascita e per la sua lunga carriera, è stato insignito del titolo di “Aiutante di battaglia”.

«Sono arrivato a Tai nel 1956», racconta l’allora l’allievo sergente Turchetti, «proveniente da Bolzano, dove avevo prestato il mio primo servizio dopo la scuola militare di Ascoli nella quale ero entrato nel 1949 a 21 anni. In quel periodo, alla caserma Calvi, c’era solo una Compagnia di una ventina di alpini, primo nucleo del Battaglione Cadore. Con il mio arrivo il reparto ha preso consistenza ed in poco tempo si sono formate le altre compagnie, sotto il comando del maggiore Arnold: la 67ª, la 68ª, la 75ª, la 167ª e la mortai della quale facevo parte. Ogni compagnia era dotata di 16 muli che ci furono tolti negli anni ’70 perché erano arrivati dei mezzi meccanici a tre ruote. Non erano mezzi efficenti e tutti rimpiangevano i muli, che per andare in montagna si erano dimostrati insuperabili. Dopo qualche anno arrivarono i nuovi mezzi a quattro ruote, senz’altro più affidabili. Quelli erano anni nei quali l’addestramento era molto severo: le Compagnie, singolarmente o con l’intero reparto, scalarono tutte le Dolomiti Orientali, la Marmolada e la Civetta. Tra le tante, l’impresa di Aldo Da Damos, che riuscì a portare in vetta del monte Antelao un mortaio da 120: un’impresa che è entrata nella storia dell’alpinismo. Progressivamente sono passato dalla compagnia mortai a quella di armi e tiro. Erano anni difficili perché era ancora aperto il problema dell’Alto Adige ed allora il Comando mi ha fatto frequentare un corso avanzato di guerriglia e controguerriglia. Ho frequentato una scuola di specializzazione ed ho iniziato a preparare i militare per i Casta, realizzando degli ottimi risultati: la squadra da me preparata ha vinto per 5 anni consecutivi la competizione che allora si teneva a San Candido. E’ rimasta famosa la vittoria conquistata per aver calcolato esattamento lo scostamento del bersaglio causa vento forte.Fui poi promosso maresciallo, incaricato anche del vettovaglimento e della logistica. Poi, nel 1989, sono andato il pensione con il grado di aiutante di battaglia e vivo a Tai con mia moglie, originaria trentina, che ho conosciuto durante i pattugliamenti in Alto Adige».

Turchetti è ancora molto conosciuto e i suoi Alpini, ogni anno quando c’è il raduno del Battaglione Cadore, lo vengono a trovare. Con lui parlano dei tempi passati, ma portano a conoscerlo anche i giovani delle ultime leve, e lui non lesina consigli specialmente in fatto di tiro e di "onore" da conquistare durante il servizio».

Vittore Doro

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