Serigroup, un presidio per poter eleggere le rsu

Pieve d’Alpago. La Fiom Cgil si schiera anche con un lavoratore sanzionato «La proprietà ci ostacola perché non vuole rappresentanze sindacali in fabbrica»
Di Paola Dall’anese
gian paolo perona- perona- alpago- manifestazione sindacale a paludi
gian paolo perona- perona- alpago- manifestazione sindacale a paludi

PIEVE D’ALPAGO. Presidio della Fiom Cgil davanti allo stabilimento della Serigroup di Paludi. Due le motivazioni: permettere ai lavoratori di eleggere le proprie rsu e sostenere un dipendente sospeso.

Lo stabilimento produce schede elettroniche e conta 45 dipendenti, ma attualmente al suo interno si registra una certa tensione. Il malumore è scoppiato quando i lavoratori hanno deciso di dare vita alla rappresentanza sindacale interna. Fino a un mese e mezzo fa, infatti, alla Serigroup non era presente alcun delegato.

«Dopo aver sondato il terreno», sottolinea Benedetto Calderone della Fiom, «abbiamo deciso di indire le elezioni per le rsu». Alla prima tornata si erano presentati appena tre elettori: «Il motivo è presto spiegato», prosegue Calderone. «Il luogo fisico dove i lavoratori erano stati invitati a votare era un ufficio adiacente a quello del titolare della fabbrica, quindi non si sentivano liberi di esprimere il proprio voto. Nel corso di un’assemblea nel piazzale, inoltre, abbiamo avuto la sensazione di essere controllati. Così, per evitare problemi ai dipendenti, mi sono proposto io, come funzionario della Cgil, a fare parte della commissione elettorale deputata a fare lo scrutinio dei voti e a vigilare sull’esito delle elezioni. Ma questa decisione è stata deleteria perché Confindustria, chiamata a ratificare il risultato, non lo ha fatto in base al Testo unico sulla rappresentanza, che prevede che in commissione ci siano i lavoratori dipendenti. E così abbiamo dovuto rifare le operazioni».

Nel frattempo uno dei tre candidati alle rsu «è stato sanzionato pesantemente con tre giorni di sospensione senza stipendio per una presunta insubordinazione verso un caporeparto. Decisione aziendale che abbiamo già impugnato tramite l’ufficio vertenza del nostro sindacato», annuncia ancora Calderone, che precisa: «Questa sanzione è molto pesante visto che, in caso di un’altro provvedimento analogo, il dipendente rischia il licenziamento».

Per la Fiom, «tutte queste cose messe insieme - la sensazione di essere controllati e il presunto disagio da parte dell’azienda a sindacalizzarsi - raggiungerebbero il culmine nella sanzione del lavoratore. Non è un caso che uno dei giorni di sospensione impostogli sia proprio quello attuale, giornata di votazione», spiega l’esponente sindacale che aggiunge: «Per questo abbiamo organizzato il presidio. Due i motivi: da un lato esprimere solidarietà a questo lavoratore che si trova sanzionato e sospeso, dall’altro permettere ai 45 dipendenti di votare per la seconda volta le rsu. E lo faranno qui sul piazzale, lontano da sguardi indiscreti, cercando di garantire loro la libertà di esercitare un diritto. La commissione, questa volta, è costituita da lavoratori e quindi non dovrebbero esserci altri problemi nel riconoscimento del risultato. La fabbrica sarà sindacalizzata, la proprietà dovrà farsene una ragione».

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