Serman, protesta dei lavoratori davanti al tribunale
BELLUNO. Una manifestazione pacifica davanti al tribunale di Belluno per chiedere al presidente Trentanovi di velocizzare, se possibile, le procedure per designare il curatore fallimentare e dare così una svolta a una vicenda non più sostenibile. L’hanno organizzata i 35 dipendenti della Serman srl di Pieve di Alpago per domani mattina per tenere alta l’attenzione sulla loro storia dopo che l’azienda per cui lavoravano ha dichiarato il fallimento portando i libri in tribunale.
Una decisione che potrebbe pregiudicare anche l’avvio degli ammortizzatori sociali per i lavoratori che da quattro mesi sono senza stipendio. E la situazione economica sta diventando pesante.
Ma la strada della protesta pacifica non è la sola tentata dai lavoratori della Serman che la settimana scorsa, durante la visita del ministro allo Sviluppo economico Flavio Zanonato, hanno consegnato nelle sue mani, tramite il deputato Roger De Menech una lettera in cui fanno il punto della loro vicenda, chiedendo, in modo implicito di intervenire. «Ho parlato personalmente con il ministro invitandolo a trovare delle procedure per salvaguardare non soltanto i posti di lavoro, ma anche le professionalità», dice De Menech (che sul caso ha presentato anche un’interrogazione parlamentare) che lancia la proposta: «Visto che l’azienda ha un mercato florido, si potrebbe pensare a una sua gestione diretta da parte degli stessi lavoratori».
Nella lettera al ministro i dipendenti della Serman spiegano come «malgrado la società abbia raggiunto un record di produzione e fatturato nel 2012 realizzando 15 impianti idroelettrici in Italia e uno in Tanzania, i titolari hanno consegnato, il 20 aprile scorso, i libri contabili al tribunale di Belluno, dichiarando il fallimento, costringendo noi dipendenti a rimanere a casa da quattro mesi senza stipendio e senza ammortizzatori sociali», precisa Dario Battistel uno dei lavoratori. «Siamo molto preoccupati per la lentezza del tribunale nel decidere del nostro caso, e non vorremmo che la carenza di personale assieme alle ferie che si avvicinano ci lasciasse nel limbo per altri tre mesi».
La missiva facendo leva su questi punti, fa appello alla sensibilità del ministro Zanonato perché intervenga e così pure il tribunale perché si possa arrivare alla nomina del curatore fallimentare entro luglio», precisa ancora Battistel.
La circostanza che inizia a preoccupare è che «dopo quattro mesi senza uno stipendio o ammortizzatori sociali, molti di noi hanno iniziato a mettere mano ai risparmi e già per parecchi la situazione si sta facendo pesante: non è facile alzarsi ogni mattina senza soldi in tasca per comprare il pane. E poi ci sono le spese da pagare, i figli da mandare a scuola. Molti hanno anche ricevuto delle proposte di lavoro, ma non possiamo prendere impegni perché significherebbe licenziarsi dalla Serman e quindi rinunciare ad eventuali ammortizzatori sociali, qualora ne avessimo diritto. Insomma, la nostra è una situazione molto strana, ma anche difficile che necessita di essere risolta al più presto. Per questo lunedì chiederemo al presidente Trentanovi di riceverci e, dopo avergli spiegato la situazione, lo inviteremo a dare priorità alla nostra pratica fallimentare».
©RIPRODUZIONE RISERVATA
Riproduzione riservata © Corriere delle Alpi