Serrai di Sottoguda riaperti in primavera: «Gli ingressi a pagamento»
Passato l’inverno Veneto Acque consegnerà il luogo al Comune di Rocca Pietore. Il sindaco: «È allo studio l’introduzione del numero chiuso». I lavori che mancano
«Non appena si scioglierà la neve e ritornerà il sole, consegneremo definitivamente al Comune i Serrai di Sottoguda». Parola di Gianvittore Vaccari, amministratore unico di Veneto Acque, la società che per conto della Regione ha rigenerato il luogo distrutto dalla tempesta Vaia del 2018 e che ha solo due opere da ultimare: la messa in sicurezza di Sottoguda con una briglia sul torrente Pettorina, a malga Ciapela; e l’allacciamento fognario.
Con la tarda primavera, dunque, probabilmente a maggio, i Serrai torneranno permanentemente visitabili, sempre a pagamento. L’estate scorsa lo erano stati in via sperimentale, con il cantiere sospeso. Ci furono ben 5 mila visitatori in soli 40 giorni.
Bando di gestione
«Stiamo preparando un bando per la gestione» anticipa il sindaco di Rocca Pietore Valerio Davare, «È allo studio l’introduzione del numero chiuso, ma non abbiamo ancora preso alcuna decisione. Allo studio pure l’adozione, anche per la prossima estate, della Ztl a Sottoguda». Il sindaco motiva il ticket d’ingresso col fatto che «il luogo ha una fragilità tale che ha necessità di una continua manutenzione, per cui occorrono cospicue risorse».
Tra le opere da completare c’è anche la sistemazione della chiesetta dei Serrai, danneggiata dalle scariche di sassi. Il completamento più atteso – l’investimento complessivo è stato di 13 milioni di euro - è comunque la protezione dalle brentane tanto temute lungo il torrente Pettorina, a monte della gola.
Rischio esondazione
«È un corso d’acqua che scendendo dalla val Ombretta, a sud del Massiccio della Marmolada, raccoglie parecchio materiale quando le precipitazioni sono forti, come negli ultimi anni» spiega l’ex sindaco Andrea De Bernardin, «Materiali e fango che scendono a valle precipitosamente col rischio di esondare, facendo danni, come già nel passato, all’interno della forra, ma soprattutto all’uscita, quindi a Sottoguda e nei borghi sottostanti.
Ecco, perché la costruzione della briglia era il primo intervento considerato nel progetto di ricostruzione dei Serrai e, a mio avviso, doveva essere realizzato prima della stessa apertura».
Maurizio De Cassan, predecessore di De Bernardin alla guida del Comune di Rocca, e storico albergatore di Malga Ciapela, condivide e rilancia: «La briglia o qualche altro sistema di protezione va costruito con la massima urgenza, perché i fenomeni temporaleschi si sono dimostrati sempre più pericolosi e, a mio avviso gli interventi sul Pettorina, attraverso i Serrai, hanno velocizzato lo scorrimento delle acque».
L'ok della soprintendenza
Vaccari rassicura: «Abbiamo da poco ricevuto le necessarie autorizzazioni dalla Soprintendenza rispetto al progetto presentato l’estate scorsa per un sistema selettivo che freni lo scorrimento dei materiali» precisa. Si tratta della costruzione di una rete di briglie a scalini con i detriti che si depositano, secondo la loro natura e dimensione, sui vari ripiani. «Il progetto è stato studiato dall’Università di Trento che ha definito una soluzione meno impattante e più efficace delle tradizionali briglie a pettine».
Richiesta di Bottacin
Il problema era stato sollevato dall’ingegnere idraulico Giampaolo Bottacin, nella sua veste di assessore all’Ambiente e alla Protezione civile della Regione, ancora prima dell’inaugurazione dei Serrai nel pieno dell’estate scorsa.
«Poiché è stato detto che la scelta di tenere tutto sollevato rispetto al corso d’acqua è dovuto al fatto di sopportare una piena bicentenaria, senza che siano intaccate le strutture, mi pongo una domanda – era il rilievo che l’assessore rivolgeva all’epoca agli uffici di competenza – ossia se una piena come quella di Vaia che ha devastato tutte le strutture dei vecchi serrai, oggi non impatterebbe su tali strutture perché ci passerebbe sotto. In occasione di Vaia, l’acqua ha devastato i Serrai scaricando parecchia energia ed arrivando a Sottoguda senza creare problemi all’abitato. Adesso credo che nella gola il percorso dell’acqua sarebbe meno ostacolato e quindi non è che l’energia dell’acqua e del materiale solido potrebbe creare problemi a Sottoguda?». Domanda, quella dell’esponente della Regione, in assenza appunto della briglia. E la risposta?
Le alternative
Al posto della briglia (che sarebbe stata alta 5 metri e quindi impattante) si era deciso di costruire un ‘vaglio idrodinamico” costituito da tre soglie ad arco, ubicato nell’area interessata dal restringimento dovuto alle presenza dei due massi erratici in destra e sinistra idraulica del torrente Pettorina.
«La soluzione originaria prevedeva la presenza di un filtro meccanico costituito da una finestra con dei contrafforti e travi in acciaio; questa tipologia di filtro presenta la criticità che una volta arrestati per effetto meccanico i primi massi di grosse dimensioni o i primi tronchi la luce libera di passaggio si ottura e il resto della portata solido-liquida fluisce a valle scavalcando lo sbarramento. La soluzione adottata invece» dicono i tecnici, «prevede la realizzazione di un filtro idrodinamico in corrispondenza di due sassi erratici in destra e sinistra idraulica; questo restringimento determina la formazione di un vortice a monte del restringimento che tende a far depositare il materiale di grossa pezzatura proveniente da monte lasciando libero il passaggio per il materiale più fine».
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