Sersa, la Corte dei Conti boccia l’azienda speciale

L’idea caldeggiata dal Comune non potrà quindi essere perseguita Il capitale della società aperto ad altri enti locali con partecipazioni paritarie
Di Paola Dall’anese
La casa di riposo Gaggia Lante
La casa di riposo Gaggia Lante

BELLUNO. La Corte dei Conti boccia l’idea di trasformare Sersa spa in un’azienda speciale.

Il parere, richiesto ad aprile da palazzo Rosso, è arrivato il 14 maggio scorso: la Corte dei Conti ha dichiarato l’impossibilità sia a costituire ex novo sia a trasformare l’attuale società che si occupa dei servizi sociali in azienda speciale.

A questo punto l’unica ipotesi percorribile dal Comune per mantenere la società, è l’apertura del capitale ad altri enti locali con partecipazioni paritarie o proporzionali alla popolazione.

Un percorso tutto in salita visto che sarà necessario sondare negli altri Comuni l’intenzione a partecipare o meno a questa nuova società.

«L’esito della Corte dei Conti era alquanto previsto», commenta il sindaco Jacopo Massaro. «Nei prossimi giorni riuniremo la prima e la terza commissione consiliare per decidere cosa fare. La Corte dei Conti si è espressa chiaramente in materia e d’altra parte era immaginabile l’esito visto che lo Stato oggi tende a esternalizzare i servizi, senza considerare che non sempre questo è sinonimo di risparmio e soprattutto di qualità dei servizi erogati». «A questo punto ci restano due strade da percorrere», precisa il primo cittadino, «quella di includere la società in un’azienda speciale già esistente o trasformarla in una spa con capitale proporzionale: questo ci farebbe uscire dai vincoli di legge degli enti pubblici. Ma non sarà una cosa facile». Il problema è che questa operazione va conclusa entro il 2013. «Abbiamo già avviato la procedura di trasformazione, ma servirebbe una moratoria nel piano di eliminazione delle società partecipate. A Belluno, applicando pedissequamente la legge, siamo costretti ad eliminare società che offrono servizi importanti e soprattutto sane, con i conti in ordine. Noi abbiamo otto società partecipate tra cui rientrano Sersa, Bellunum e Sportivamente Belluno: tutte aziende attive e in salute. Dismettendole si rischia di compromettere il loro buon funzionamento e anche la qualità dei servizi erogati».

Dovrà essere dismessa anche la Bellunum o meglio dovranno essere divisi gli ambiti relativi alla raccolta dei rifiuti da quelli della gestione dei parcheggi pubblici. Il Comune, mentre attende che la Regione Veneto assuma le decisioni in materia di affidamento del servizio di raccolta dei rifiuti, intende salvaguardare la positiva esperienza maturata con la Bellunum in questo settore, cercando di non disperdere il background di conoscenze acquisite e gli investimenti fatti finora. Per questo palazzo Rosso sta valutando l’ipotesi di conferire la Bellunum in una società consortile o di aprire il capitale sociale ad altri enti locali come per la Sersa.

«Visto che la Bellunum è solida dal punto di vista patrimoniale e perfettamente in grado di svolgere il servizio, non sarà ricapitalizzata. Anzi, nel 2014 il capitale sociale sarà ridotto dagli 824.000 euro attuali a 144.000 euro», conclude il sindaco.

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