«Serve un orario unico tra treni e bus»

La ricetta di Toscani per rilanciare la rotaia in montagna: «È questo il futuro del trasporto bellunese»
Belluno, 10 dicembre 2007. Alla stazione di Belluno arriva il nuovo servizio navetta di trenitalia Il Minuetto
Belluno, 10 dicembre 2007. Alla stazione di Belluno arriva il nuovo servizio navetta di trenitalia Il Minuetto

BELLUNO. «Si convochi con urgenza un tavolo per stabilire le modalità che permettano di mantenere, e anzi migliorare, gli attuali livelli del servizio ferroviario e del trasporto pubblico locale, ottimizzando al tempo stesso le risorse. A mio avviso, questo è anche l’unico modo per evitare le continue polemiche sulla stampa e le spiacevoli incomprensioni».

Il vicepresidente del consiglio veneto, il leghista Matteo Toscani, interviene sulla querelle tra Reolon e Chisso, circa il futuro del trasporto ferroviario in provincia, anche in vista dell’introduzione dell’orario cadenzato. Per Toscani è arrivato il momento di «coordinare i servizi ferroviari (SFMR, FS - Regione) e i servizi bus (Dolomitibus), per concordare, prima dell’entrata in vigore del nuovo cadenzamento ferroviario (dicembre 2013), gli orari di coincidenza con i bus. È inoltre necessario, al fine di ottenere un ottimo funzionamento del sistema integrato, la creazione di un unico orario treno - bus per la provincia di Belluno, in sinergia tra Regione e Dolomitibus».

Per il leghista si raggiungerebbero così tre risultati: dal punto di vista turistico, si potrà costituire un prezioso fattore di competitività; dal punto di vista della mobilità locale, si potrà rendere più attrattivo l’utilizzo del mezzo pubblico, a scapito del mezzo privato; infine, dal punto di vista del risparmio, della funzionalità e dellafruibilità, si potranno avere due orari in uno, senza alcun aggravio di costi. «L’esito positivo verrebbe ulteriormente amplificato, se si arrivasse in futuro anche a un’integrazione regionale tariffaria dei servizi ferro–gomma. In buona sostanza, si tratta di puntare sull’integrazione modale dei servizi ferro–gomma e ferro–ferro, ottimizzando la “co-modalità” e potenziando i servizi. Questi sono alcuni spunti per affrontare una questione strategica per un territorio fortemente industrializzato e a forte vocazione turistica, tanto è vero che già nel 1996 si invocava, per un servizio più efficiente ed efficace, un’integrazione tra il trasporto pubblico su gomma e su rotaia. Rispetto ad allora, c’è stata una significativa contrazione della capacità di spesa delle amministrazioni pubbliche, ma è anche, e direi soprattutto, una questione di buon senso evitare sovrapposizioni concorrenziali, peraltro da parte di società sostenute da contributi regionale».

A polemizzare su questo argomento, anche il capogruppo veneto di Verso Nord, Diego Bottacin che, rispondendo a Reolon e a Chisso precisa: «I problemi del trasporto ferroviario sono da rintracciare nell’aver evitato la ristrutturazione del servizio, le gare e la dismissione delle società pubbliche. I fondi per il Tpl e le ferrovie sono stati spesi male».

«Purtroppo», prosegue, «qui nessuno vuol fare i compiti a casa e la responsabilità principale è di chi governa da 20 anni. Servono gare pubbliche: in Veneto non ne è stata fatta nemmeno una e i risultati si vedono. Qui un chilometro di Tpl costa il doppio che in Europa».

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