«Serve un orario unico tra treni e bus»
BELLUNO. «Si convochi con urgenza un tavolo per stabilire le modalità che permettano di mantenere, e anzi migliorare, gli attuali livelli del servizio ferroviario e del trasporto pubblico locale, ottimizzando al tempo stesso le risorse. A mio avviso, questo è anche l’unico modo per evitare le continue polemiche sulla stampa e le spiacevoli incomprensioni».
Il vicepresidente del consiglio veneto, il leghista Matteo Toscani, interviene sulla querelle tra Reolon e Chisso, circa il futuro del trasporto ferroviario in provincia, anche in vista dell’introduzione dell’orario cadenzato. Per Toscani è arrivato il momento di «coordinare i servizi ferroviari (SFMR, FS - Regione) e i servizi bus (Dolomitibus), per concordare, prima dell’entrata in vigore del nuovo cadenzamento ferroviario (dicembre 2013), gli orari di coincidenza con i bus. È inoltre necessario, al fine di ottenere un ottimo funzionamento del sistema integrato, la creazione di un unico orario treno - bus per la provincia di Belluno, in sinergia tra Regione e Dolomitibus».
Per il leghista si raggiungerebbero così tre risultati: dal punto di vista turistico, si potrà costituire un prezioso fattore di competitività; dal punto di vista della mobilità locale, si potrà rendere più attrattivo l’utilizzo del mezzo pubblico, a scapito del mezzo privato; infine, dal punto di vista del risparmio, della funzionalità e dellafruibilità, si potranno avere due orari in uno, senza alcun aggravio di costi. «L’esito positivo verrebbe ulteriormente amplificato, se si arrivasse in futuro anche a un’integrazione regionale tariffaria dei servizi ferro–gomma. In buona sostanza, si tratta di puntare sull’integrazione modale dei servizi ferro–gomma e ferro–ferro, ottimizzando la “co-modalità” e potenziando i servizi. Questi sono alcuni spunti per affrontare una questione strategica per un territorio fortemente industrializzato e a forte vocazione turistica, tanto è vero che già nel 1996 si invocava, per un servizio più efficiente ed efficace, un’integrazione tra il trasporto pubblico su gomma e su rotaia. Rispetto ad allora, c’è stata una significativa contrazione della capacità di spesa delle amministrazioni pubbliche, ma è anche, e direi soprattutto, una questione di buon senso evitare sovrapposizioni concorrenziali, peraltro da parte di società sostenute da contributi regionale».
A polemizzare su questo argomento, anche il capogruppo veneto di Verso Nord, Diego Bottacin che, rispondendo a Reolon e a Chisso precisa: «I problemi del trasporto ferroviario sono da rintracciare nell’aver evitato la ristrutturazione del servizio, le gare e la dismissione delle società pubbliche. I fondi per il Tpl e le ferrovie sono stati spesi male».
«Purtroppo», prosegue, «qui nessuno vuol fare i compiti a casa e la responsabilità principale è di chi governa da 20 anni. Servono gare pubbliche: in Veneto non ne è stata fatta nemmeno una e i risultati si vedono. Qui un chilometro di Tpl costa il doppio che in Europa».
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