Serve una perizia tecnica per la morte di Barbara La causa civile è in corso

BELLUNO. Perizia tecnica sullo schianto. Aperto il processo al brasiliano Evandro Galhardo Gonsalves, che è accusato di omicidio stradale per la morte di Barbara Durastante, in via Vittorio Veneto. Dopo la consulenza dello specialista della pubblica accusa Zamuner, ieri mattina il difensore Rovelli l’ha chiesta per stabilire la dinamica del sinistro della sera del 17 dicembre di due anni fa; la causa del decesso della 42enne optometrista; il funzionamento della Fiat Uno, che era finita contro un platano e, dopo aver girato più volte su se stessa, si era fermata di traverso sulla carreggiata.

I primi accertamenti hanno evidenziato che l’uomo era in stato di ebbrezza (il tasso alcolemico rilevato era pari a 2,89 grammi per litro) e la donna non aveva la cintura di sicurezza allacciata.

Il giudice Feletto si era inizialmente riservata sulla richiesta, ma in un secondo momento ha disposto questo ulteriore accertamento e convocherà lo specialista Zattin per il giuramento alle 14 del 10 ottobre.

Il padre della ragazza, Roberto Durastante, è arrivato da Roma, pur non essendosi costituito parte civile. C’è una causa, di fronte al Tribunale di Milano contro Vittoria assicurazioni, che ha già proposto un ristoro a Giesse Risarcimento danni, che però non è stato ritenuto sufficiente. Quanto all’imputato, risulta irreperibile, ma sa di sicuro dell’esistenza del procedimento penale.

La donna non aveva le cinture allacciate, questo è vero, ma Gonsalves avrebbe dovuto accompagnarla a casa e non portarla, chissà perché, verso i centri commerciali già chiusi a quell’ora: «Nessuno potrà mai restituirmi una figlia», ha sospirato fuori dall’aula Roberto Durastante, «meno male che questo tribunale ha fissato un’udienza così ravvicinata: a Roma, chissà quanto tempo avrei dovuto aspettare».

L’uomo era curioso di sapere a chi fossero andate le cornee donate dalla ragazza: «So che qualcuno le ha ricevute, ma la Banca degli Occhi non mi dice niente. Non può dirmelo e questo mi dispiace parecchio, perché vorrei poter parlare con questa persona». —

G.S.

Riproduzione riservata © Corriere delle Alpi