«Servii da bere al pontefice e quei bicchieri li ho ancora»
COMELICO. Quel 12 luglio del 1987, in Val Visdende, erano tre i camerieri che ebbero il privilegio di servire al tavolo di appena venti persone dove era seduto il Papa polacco, Giovanni Paolo II. Il...
COMELICO. Quel 12 luglio del 1987, in Val Visdende, erano tre i camerieri che ebbero il privilegio di servire al tavolo di appena venti persone dove era seduto il Papa polacco, Giovanni Paolo II. Il Papa amante della montagna e delle escursioni, dello sci e delle vette. In cucina Alfia Pomarè di Campolongo. Fra i camerieri c’era anche un giovane ed emozionato Roberto Brovedani, oggi titolare del Laite di Sappada.
«Di quel pranzo», ricorda, «certamente il più particolare cui ho presenziato nella mia carriera, conservo ancora tre bicchieri in cui bevve il pontefice che oggi, va ricordato, è un Santo. Mangiò con accanto due semplici forestali, perché questa fu la sua volontà, con tanti potenti che si sbracciavano per avere un posto a quel tavolo. Ho il ricordo di una persona semplice, ma carismatica, con una fortissima personalità. Mentre stava dicendo la messa, lì a pochi passi da me, io preparavo la tavola nel tendone che era stato allestito appositamente e pensavo che pochi minuti dopo il Papa sarebbe stato vicino a noi. E mi sembrava impossibile».
A quella tavola, Giovanni Paolo II non volle accanto a sé politici o dignitari, appunto, ma solamente due forestali: alla sua destra Cleto Costa, maresciallo della Forestale, da Dosoledo, che aveva di lato il Patriarca di Venezia cardinale Marco Cè e più in là il ministro dell’Agricoltura e foreste Filippo Maria Pandolfi; alla sua sinistra Remo De Mario, operaio caposquadra della Regione Veneto, abitante a Casada di Santo Stefano, con accanto Maffeo Ducoli vescovo di Belluno ed il presidente della giunta regionale Carlo Bernini. Da quel 12 luglio 1987 anche Roberto di strada ne ha fatta parecchia.
Con la moglie Fabrizia Meroi di Cividale del Friuli, infatti, ha dato vita al Laite di Sappada, uno dei migliori ristoranti d’Italia, come attestano la stella Michelin, le tre forchette del Gambero Rosso e i tre cappelli della Guida dell’Espresso.
(s. v.)
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