Servizi sanitari: bocciati gli ospedali di Pieve e Agordo

Evidenti criticità per Chirurgia e Ginecologia-Ostetricia Meglio va al San Martino, semaforo verde per Feltre

BELLUNO. Ospedali di Agordo e di Pieve di Cadore da bollino rosso. Se la cava meglio il San Martino. Semaforo quasi verde (quindi positivo) per il Santa Maria del Prato di Feltre. Sono le indicazioni che arrivano dal Piano nazionale esiti (Pne) diffuso dall’Agenzia Nazionale per i servizi sanitari regionali (Agenas) che fotografa lo stato di salute degli ospedali di tutta Italia. E quindi anche quelli della provincia di Belluno.

I livelli di aderenza agli standard di qualità. Come si diceva il bollino rosso per il livello più basso di aderenza agli standard qualitativi imposti dalla legge vanno, in provincia, agli ospedali di Agordo e di Pieve di Cadore. Il primo per la specialità di chirurgia generale: se nel 2014 l’attività in questo settore era pari allo 0.5%, nel 2015 è scesa allo 0.2%.

Miglioramenti invece per la struttura cadorina che passa da un’aderenza negativa nel 2014 ad uno sprazzo di positività l’anno scorso. Ad aver guadagnato di più in qualità è l’ambito afferente ai problemi respiratori con una percentuale di attività svolta pari al 4.4%. Molto bassa la qualità, invece, per il settore legato alla ginecologia-ostetricia e alla chirurgia generale i cui volumi di attività sono pari rispettivamente al 2% e allo 0.8% .

All’ospedale di Belluno, invece, le cose vanno leggermente meglio. Dal 2014 al 2015 ci sono stati, infatti, dei miglioramenti soprattutto per quanto riguarda l’aspetto osteomuscolare dove l’aderenza rispetto a due anni fa è passata da media a molto alta. Si conferma alta la qualità del settore ostetrico-ginecologico e della chirurgia generale, mentre è passata da una buona qualità a una molto bassa l’area attinente ai problemi respiratori. Condizioni di media qualità, invece, per gli ambiti cardiocircolatorio e nervoso, mentre la chirurgia oncologica resta ancora con un livello basso.

Quadro decisamente positivo per il Santa Maria del Prato di Feltre che migliora in quasi tutti gli ambiti presi in considerazione dallo studio Pne ottenendo dei valori alti e molto alti di qualità, mentre permangono delle criticità per l’area respiratoria e di chirurgia oncologica.

I parti naturali e cesarei. Anche nei parti se la cava meglio il nosocomio feltrino con 846 parti e una percentuale di tagli cesarei ogni 100 nascite pari al 12%, addirittura al di sotto della soglia del 15% prevista per norma. Il San Martino, invece, con le sue 540 nascite, pur rispettando lo standard di almeno 500 parti annui, mantiene una percentuale di cesarei del 25% che supera, quindi, il limite legislativo. Male, invece, vanno le cose per il Giovanni Paolo II di Pieve di Cadore con i suoi 116 parti, al di sotto della soglia dei 500 previsti dalla legge per poter garantire standard di qualità e sicurezza. E il dato è così basso che il Piano nazionale esiti non tiene neanche in considerazione la percentuale dei cesarei.

L’emergenza-urgenza. La situazione è abbastanza positiva per tutti gli ospedali, con tempi di attesa relativamente contenuti per i vari codici. Il maggior numero di accessi al reparto resta ad appannaggio della struttura feltrina con 28.436, seguito dal San Martino con 27.483, e poi da Pieve di Cadore 13.306 e infine da Agordo 8.866.

Il direttore generale. «Questi dati non mi meravigliano vista la situazione della nostra provincia e degli ospedali periferici di Agordo e Pieve, situazioni conosciute. Se la chirurgia oncologica in entrambi i nosocomi provinciali più grandi ha risultati poco entusiasmanti è perché non si raggiungono volumi di attività di un certo livello. Infatti, l’indagine Agenas si basa molto sui volumi di interventi e i nostri ospedali su questo pagano lo scotto per la scarsa popolazione e le difficoltà del territorio». E poi auspica che «l’unione delle due Usl possa portare dei benefici e un innalzamento degli standard di qualità».

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