«Servizi sociali gratuiti per i cittadini in difficoltà»

Lo Spi Cgil scrive a tutti i Comuni proponendo le soluzioni per agevolare chi col nuovo Isee è escluso da esenzioni: «Non si paghi niente sotto i 6000 euro»

BELLUNO. «Cerchiamo di aiutare le persone in difficoltà, introducendo l’esenzione al pagamento dei servizi sociali per chi possiede un Isee fino a 6 mila euro». È il succo del contenuto delle lettere che oggi lo Spi Cgil spedirà a tutte le amministrazioni comunali.

Il segretario provinciale dei pensionati Cgil, Renato Bressan da tempo sta analizzando i costi del servizio di assistenza domiciliare e della consegna del pasto a domicilio. «È emerso che da un Comune all’altro i prezzi dei servizi sono diversi e in molti casi sono anche molto alti. Ma c’è di più: in molte realtà non è prevista nemmeno l’esenzione per alcune fasce di reddito basso. E questo non va bene. Non è possibile che un anziano con un reddito Isee pari a 3000-6000 euro paghi un servizio di assistenza dai 15 ai 24 euro all’ora e il pasto 7 euro, come coloro che hanno un Isee pari a 19 mila euro. Serve una progressione delle tariffe, specialmente adesso che è stato introdotto questo nuovo sistema, che va a penalizzare fasce di popolazione che prima rientravano nelle agevolazioni. Ad oggi», prosegue il sindacalista, «solo per un aumento deciso dallo Stato della rendita catastale degli immobili, uno rischia di non entrare più nelle esenzioni e di trovarsi in grossa difficoltà».

Bressan fa presente che con questo nuovo “Indicatore economico equivalente” in provincia erano rimasti esclusi dalle esenzioni circa 900 persone. «Siamo riusciti a sistemare la situazione per 350 anziani, ma per i restanti 550 c’è bisogno che i Comuni adottino criteri che tengano conto di alcune specificità», precisa il referente dei pensionati della Cgil, che prosegue indicando quali sono le modifiche suggerite ai Comuni per garantire, a chi ha bisogno, l’accesso ai servizi a costi ridotti. «Come scriviamo ai sindaci, si dovrà portare la soglia di esenzione ai servizi a 6 mila euro. Questo», puntualizza Bressan, «deve valere sia per l’accesso all’assistenza domiciliare, sia per i pasti a domicilio. Inoltre, dovranno essere create delle soglie progressive di redditi a cui corrisponderanno costi diversi. In poche parole, chi ha un Isee alto, pagherà di più rispetto a chi ha un reddito più basso. Infine, facciamo presente che il prezzo massimo dell’assistenza domiciliare, per un Isee di 19 mila euro, dovrà essere di 7 euro l’ora. Non dimentichiamo che a rimanere fuori dalla soglia di esenzione sono perlopiù anziani soli, che non possono beneficiare di forme di abbattimento Isee, perché non hanno familiari a carico».

Paola Dall’Anese

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