Servizio garantito per tutta l’estate
CORTINA. Il responsabile della protezione civile di Auronzo Adriano Zanella, nel raccontare le operazioni previste sul fronte della frana di Acquabona, affronta anche il tema della tempistica: «Posso dire che la convenzione firmata con il sindaco di Cortina Andrea Franceschi è a tempo indeterminato ma qualcosa potrebbe cambiare in futuro».
Chiarissimo il riferimento al possibile affidamento delle operazioni di sorveglianza e monitoraggio della frana ai vigili del fuoco: «Attendiamo eventuali comunicazioni», prosegue Zanella, «fino a quel momento faremo il nostro lavoro al 100%. Se sarà ancora per un mese, un anno o una settimana questo non lo sappiamo. Se si dovesse procedere con la revoca della convenzione ce ne torneremo a casa a posto con la coscienza e convinti di aver fatto il nostro lavoro sempre al meglio».
Al netto delle possibili variazioni apportate al protocollo d’emergenza dunque, il ruolo della protezione civile di Auronzo sarà sempre lo stesso per tutta l’estate: «La procedura stabilita andrà avanti per tutta la stagione estiva con le stesse mansioni e gli stessi orari», aggiunge Zanella che dal canto suo anticipa una sola possibile novità riguardante l’organico: «Attualmente operiamo con tre membri per turno ma col passare del tempo potremmo scendere a due visto che la fatica è tanta e col trascorrere del tempo andrà gestita nel migliore dei modi».
Lontano dalla frana di Acquabona, invece, tra le mansioni dei membri della protezione civile non figurano operazioni di viabilità ma di semplice informazione: «Abbiamo il compito di avvertire gli utenti della strada su ciò che sta accadendo ma non abbiamo alcun potere di obbligare gli stessi a fermarsi. L’autorizzazione per fermare il traffico può esserci accordata solo dal Prefetto, in caso contrario rischieremmo una denuncia. Determinate attività spettano solo a carabinieri e polizia».
L’ultimo compito della giornata lavorativa per il responsabile della protezione civile Auronzo invece è di natura burocratica: «Terminato un turno o la fase di emergenza che a volte può arrivare anche a dodici ore non è ancora giunto il momento del meritato riposo perché siamo chiamati a redigere un report da inviare immediatamente alla Regione». (dierre)
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