Servizio psichiatrico addio verrà trasferito a Belluno

BELLUNO. Chiude, per essere trasferito a Belluno, il servizio psichiatrico dell’ospedale di Pieve di Cadore (sei posti letto); al suo posto ad Auronzo sarà aperta una comunità alloggio espansiva (14...

BELLUNO. Chiude, per essere trasferito a Belluno, il servizio psichiatrico dell’ospedale di Pieve di Cadore (sei posti letto); al suo posto ad Auronzo sarà aperta una comunità alloggio espansiva (14 posti); a Pieve sarà invece trasferita la comunità terapeutica di Auronzo (altri sei posti).

Grandi stravolgimenti attendono l’area di Salute mentale bellunese, che entro l’anno vedrà i suoi servizi sul territorio cercare un confinanziamento da parte degli utenti. Anche questo, d’altra parte, è il frutto della carenza di risorse che interessano non solo il Bellunese, ma l’intero Veneto.

«È necessario», ha detto il direttore del dipartimento di Salute Mentale, Bruno Forti, «che gli utenti compartecipino alle spesa sia per gli alloggi protetti di Belluno e Pieve di Cadore, sia per le comunità alloggio. Negli appartamenti protetti l’utente paga già dai 15 ai 20 euro al giorno, mentre nelle comunità si dovrà iniziare a pagarne 20-25. Abbiamo, comunque, tenuto basse le quote per andare incontro ai disagi delle famiglie».

E mentre calano i fondi a disposizione per il sociale, aumentano le difficoltà delle famiglie, dei disabili, degli anziani, dei giovani. Insomma, si complicano sempre di più i problemi che avrebbero necessità di risposte complesse e articolate. «Abbiamo fatto uno sforzo nel 2015 per portare avanti i progetti», spiega la referente per l’area materno-infantile-famiglia Maria Arrigoni, «e nel 2016 sarà ancora più faticoso per le scarse risorse a disposizione. Le condizioni delle famiglie si aggravano».

Anche nel 2016 i trasferimenti dei Comuni per le funzioni sociali prevedono il trasferimento di una quota capitaria, pari a € 19,50, rispetto a una quota nominale necessaria al pareggio di bilancio, pari a € 20,97. Per questo motivo, come capitato negli ultimi cinque anni, dovranno fare ricorso alle risorse accantonate nell'ex Fondo Debiti, alimentato da un contenimento, stringente e selettivo, della spesa corrente.

«Tale riserva, destinata ad abbattere i trasferimenti devoluti dai Comuni, sarà difficilmente disponibile nel prossimo futuro (sicuramente non negli importi annualmente utilizzati nel recente passato, dai 300 ai 350 mila €) e proprio per questo nel 2017 le quote capitarie per le ex funzioni obbligatorie, a costi costanti, subiranno un incremento», dicono dall’Ufficio del Piano di Zona. In poche parole, le amministrazioni dovranno pagare di più per sostenere servizi fondamentali. Come faranno è tutto da vedere.

(p.d.a.)

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