«Servono bacini idrici per l’innevamento»

Minella (Anef) guarda all’inverno: «Apriremo a dicembre. L’anno scorso la neve artificiale ha svuotato le nostre casse»
Di Gianluca de Rosa

BELLUNO. «Chi ben comincia è a metà dell'opera», sembrano ripetere come un mantra gli impiantisti del Bellunese scrutando il cielo. A poco più di un mese dall'apertura della stagione invernale è già iniziata la danza della neve. Perché, ad oggi, le condizioni metereologiche ricoprono ancora un ruolo determinante per la pratica dello sci e di tutto ciò che ne consegue per quanto concerne il comparto turistico.

Il presidente di Anef Veneto Renzo Minella anticipa i temi principali della prossima stagione invernale partendo dalle primissime mosse messe in campo dagli impiantisti: «Solo pochi giorni fa abbiamo ricordato all'assessore Caner quanto sia importante la realizzazione dei bacini idrici in quota. Oggi il comparto turistico bellunese è ancora troppo legato alle condizioni metereologiche sul fronte della produzione di neve. A livello artificiale siamo ancora un passo indietro che puntiamo a colmare, anche se sappiamo bene che ci vorrà del tempo».

Intanto la stagione è alle porte, consapevoli che soprattutto nella fase di start up la produzione di neve artificiale rappresenta un costo elevato: «Lo scorso anno a fine gennaio avevamo già speso cinque milioni di euro per produrre neve artificiale durante le festività natalizie, che per molte località rappresentano oltre il 50% del fatturato stagionale. Purtroppo le condizioni climatiche lo scorso anno ci hanno creato problemi enormi, ma il merito dei nostri operatori è stato quello di non abbattersi cercando di tamponare al meglio. Resta il fatto che produrre neve artificiale, soprattutto nella fase di start up, garantisce la regolare apertura degli impianti nei tempi prestabiliti e questo significa molto agli occhi dei nostri clienti».

Meteo a parte, l'apertura per la stagione sciistica 2016/2017 è stata già fissata?

«Ognuno è libero di fare come meglio crede. Non c'è una linea guida obbligatoria, anche se tendenzialmente il primo weekend di dicembre apriranno i battenti tutti i comprensori del Dolomiti Superski. Cortina anticipa sempre di un weekend e lo farà anche quest'anno, anche se il primo consistente afflusso è previsto per il ponte dell'Immacolata. In quei giorni contiamo di avere sulle piste neve abbondante e di qualità».

I recenti bandi regionali intanto produrranno nell'immediato i primi riscontri concreti?

«Tutti i bandi promossi in estate dalla Regione Veneto sul fronte dell'impiantistica a fune sono stati totalmente sfruttati. Con quei soldi sono state messe in atto principalmente opere di adeguamento e revisione degli impianti. Sono state realizzate anche alcune opere nuove che saranno disponibili già a partire dal prossimo dicembre. Parlo di Arabba ad esempio. Le maggiori novità però le vedremo a partire dal prossimo anno. Un cambio radicale sul fronte dell'impiantistica riguarderà Cortina, che in ottica mondiali 2020/2021 presenterà un volto totalmente rinnovato».

Sul fronte istituzionale i prossimi passi da compiere quali saranno?

«Adesso il periodo degli aiuti è terminato, altre risorse da sfruttare non ce ne sono. I futuri bandi li destineremo totalmente alla realizzazione dei bacini idrici in quota per la produzione di neve artificiale. Non possiamo fare altrimenti e siamo già d'accordo con la Regione sui passi da compiere. Tutti hanno compreso il ruolo determinante di queste opere. Qualche comprensorio si è portato avanti, muovendo già i primi passi. Ad esempio, per la stagione ormai alle porte abbiamo riattivato i cannoni con largo anticipo rispetto al passato con l'obiettivo di non farci trovare impreparati».

Conclusione dedicata a un altro passo ritenuto fondamentale per migliorare l'offerta sciistica delle Dolomiti: «Si parla spesso del collegamento dei comprensori, ma questo tipo di soluzione non è attuabile ovunque, soprattutto dove mancano i requisiti della sostenibilità. Si tratta di opere dai costi elevatissimi che per essere realizzate devono essere giustificate da un ritorno di natura economica altrettanto imponente. E poi ancora, su questo tema, va aggiunto che il collegamento di più comprensori è un fattore determinante per aumentare clientela e fatturato. Qualcuno pensa l'esatto contrario, rimanendo concentrato sul proprio orticello, ma si tratta di un errore imperdonabile, perché i fruitori della neve di oggi vogliono collegamenti sci ai piedi e impianti di risalita efficienti. Il vecchio bus navetta è destinato a morire».

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