«Servono rimborsi per le famiglie»
BELLUNO. I ragazzi della Rete degli studenti medi di Belluno e Feltre sono usciti poco soddisfatti da Palazzo Piloni, dove ieri hanno incontrato Dolomitibus, il Consorzio Bim Piave e il vice presidente con delega alla mobilità Roberto Padrin.
Sul tavolo la questione del trasporto pubblico, in vista della ripresa della scuola a settembre. Da quando l’abbonamento Unico studenti è stato tolto, gli studenti chiedono agevolazioni per chi è costretto a lunghi viaggi in bus per arrivare a destinazione. Ma anche ieri, purtroppo, non sono emerse prospettive positive per i ragazzi. Anche perché di soldi ce ne sono pochi e l’unico che può ancora “versare” qualcosa è proprio il Consorzio Bim.
«Non è andata come speravamo», dichiara Serena Jessica Prota, portavoce della Rete di Belluno. «Non siamo soddisfatti, perché ovviamente l'unico ente che può dare soldi e finanziare una qualsiasi riduzione dei biglietti è solo il Consorzio, visto che la Provincia è in difficoltà», prosegue la studentessa. «L'unica cosa da fare è mettersi al lavoro insieme per cercare di ottimizzare i soldi dati già dal Bim Piave, facendo in modo che siano resi più accessibili alle famiglie».
Molto spesso, infatti, secondo quanto affermato dall’esponente della Provincia, i fondi messi a disposizione per il rimborso delle spese di trasporto ai nuclei familiari tornano indietro ai Comuni . «Soltanto a Longarone l’anno scorso avevano chiesto il rimborso 59 persone», dice Prota, «un numero irrilevante rispetto a quanti utilizzano le corriere. Questo significa che non è conosciuta questa opportunità che viene offerta alle persone; per questo motivo è necessario strutturarla meglio, pubblicizzandola di più. Magari si potrebbe pensare anche a confrontare i criteri imposti da ogni ente locale, per cercare di uniformarli. E perché non pensare a un criterio che vada bene per tutte le realtà?»,conclude l’esponente della Rete degli studenti, associazione che ha già chiesto un incontro in Regione con l'assessore competente: «Andremo a Venezia a chiedere qualcosa di più per il Bellunese in virtù della sua specificità».
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