Sesso con la figliastra: rischia nove anni

Un agordino è a processo per violenza sessuale con minore e il difensore ha chiesto l’assoluzione
Di Gigi Sosso

AGORDINO. Lo chiamavano «porco schifoso». Il pubblico ministero Gallego ha chiesto una condanna a nove anni per violenza sessuale con minore al patrigno di due ragazze agordine. Una delle due l’ha portato in tribunale e ha cercato di convincere la sorella a fare lo stesso. Nessuna si è costituita parte civile.

La difesa ha puntato sulle quattro versioni di una delle due - nega, ammette, nega un’altra volta e ammette definitivamente le violenze sofferte - oltre che su alcune testimonianze considerate inattendibili, per arrivare alla richiesta di assoluzione perché il fatto non sussiste o per insufficienza di prove. Solo in subordine il minimo della pena con i benefici.

Tutto il processo si è svolto a porte chiuse, compreso l’esame dell’imputato di ieri mattina e solo la discussione finale è stata aperta al pubblico.

I fatti contestati sono del 2009, ma sono stati denunciati solo cinque anni dopo, quando la ragazza è diventata maggiorenne e aveva un fidanzato con dei motivi di risentimento nei confronti del patrigno.

La requisitoria del pm ha ripercorso tutta la vicenda, dal possibile movente della denuncia (i continui tradimenti dell’uomo a una moglie in difficoltà e la ricerca di un risarcimento economico per un particolare episodio da parte proprio del compagno della figliastra) fino a una serie di situazioni, che hanno configurato il reato: ad esempio, il film porno in televisione visto con le bambine, i toccamenti, gli sfregamenti e le penetrazioni. Quella del film l’ha raccontata qualcuno che è andato a staccare la spina, pur d’interrompere quello spettacolo «vergognoso».

E qualcun altro ha aggiunto la circostanza per cui la porta del bagno non aveva una chiave, di conseguenza l’uomo ne approfittava per guardare le ragazze sotto la doccia fino all’età di 16 anni. La madre non avrebbe mai fatto nulla. Quando una delle due ragazze si ribella alle violenze, l’uomo le divide, spedendole in scuole lontane dove entrambe si faranno bocciare, prima di tornare insieme in un istituto bellunese. Nel momento in cui sono fuori di casa entrambe dicono di essere state abusate, mentre se sono tra le mura domestiche non è successo niente. Secondo l’accusa avevano già avuto un’infanzia difficile e sono state definitivamente devastate dalla nuova famiglia. Nove anni è la pena richiesta.

Per la difesa non è successo nulla: «Mio papà non mi ha mai messo le mani addosso», ha dichiarato una delle due. Quanto ai testimoni, dice l’avvocato, non hanno capito, anche in “Balla coi lupi” c’è una scena poco innocente con Kevin Costner e Mary McDonnell. Per il legale va assolto.

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