Sesso con madre e figlia 42enne assolto in Appello

Feltre. L’uomo era stato condannato per rapporti con minore di 16 anni ma la versione della ragazza, che ha avuto un figlio da lui, non era credibile
Di Irene Aliprandi
Un'aula di tribunale in un'immagine d'archivio.
Un'aula di tribunale in un'immagine d'archivio.

FELTRE. Non ci furono atti sessuali con minore di 16 anni. È stato assolto dalla Corte d’Appello di Venezia A.G. operaio di 42 anni (assistito dall’avvocato Piero Tandura), condannato a tre anni di reclusione in primo grado dal tribunale di Belluno, nel dicembre del 2008. L’uomo aveva conosciuto una donna ed erano andati a vivere insieme, ma ben presto la storia era diventata un intreccio pericoloso. Con i due adulti, infatti, viveva anche la figlia di lei, che diventò l’amante consenziente dell’uomo. La doppia relazione dell’uomo, con la madre e con la figlia presente sotto lo stesso tetto fu dilaniante, soprattutto perché la ragazza era minorenne, classe 1990 e al tempo dell’indagine emerse che i rapporti sessuali tra l’uomo e la giovanissima figliastra fossero iniziati quando lei aveva ancora 15 anni.

Secondo l’accusa, infatti, la storia proibita era maturata negli ultimi mesi del 2005 ed era proseguita fino all’inizio del 2007. Ma non basta: la ragazza rimase incinta.

Fin dal procedimento di primo grado il racconto della giovane era apparso incerto e contraddittorio, ma i giudici avevano ritenuto plausibile la ricostruzione dei fatti, escludendo solo l’aggravante dello sfruttamento del rapporto di convivenza.

Ieri si è discusso il processo d’Appello, nel quale è emerso che l’accusa si fondava esclusivamente sul racconto della giovane. Lui ha sempre affermato che i rapporti sessuali erano iniziati quando la ragazza aveva già compiuto 16 anni e le tante, troppe versioni diverse date dalla giovane sulla collocazione temporale dei rapporti (lei si è giustificata affermando di voler proteggere l’uomo dopo la denuncia della madre) sono state determinanti. Ancor di più lo è stato un evento precedente: nell’ottobre 2005, infatti, la giovane denunciò il padre naturale per abusi sessuali, accusa rivelatasi infondata e ritrattata durante il dibattimento. La giovane ammise di aver accusato ingiustamente il padre perché non riusciva ad ottenere un computer.

Questo fatto ha pesato notevolmente sulla valutazione dell’attendibilità della presunta vittima, che è stata ritenuta non credibile nel suo racconto. L’uomo, quindi, è stato assolto per l’insussistenza del fatto e nel frattempo, chiusa la storia con la figlia, ha riallacciato la relazione con la madre.

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