Sesso virtuale su internet ma è una estorsione

Un uomo agordino ripreso in atteggiamenti intimi in una videochat di Skype riceve la richiesta di pagare 500 euro per non veder diffusa la registrazione

AGORDO. Il gioco erotico virtuale con la bella sconosciuta agganciata su Facebook è finito di botto: dalla schermata di Skype è sparita l’immagine della ragazza e l’uomo, un agordino, ha rivisto sé stesso semisvestito e in atteggiamento inequivocabile, nel video registrato dalla sua stessa webcam pochi istanti prima.

«Inviami 500 euro sul conto estero che ti verrà indicato, altrimenti il video verrà distribuito a tutti i tuoi contatti di Facebook». Il messaggio comparso subito dopo sulla chat di Skype ha raggelato l’agordino e ha reso tutto chiaro: quello era un tentativo di estorsione.

Tentativo al quale però l’uomo ha reagito con sangue freddo, rivolgendosi ai carabinieri della compagnia di Belluno, che gli hanno subito consigliato come affrontare la situazione e, intanto, hanno avviato gli accertamenti tecnici per cercare di risalire agli estorsori.

La vicenda segue un copione ormai consolidato: sono ormai già cinque nel giro di appena sei mesi, questa la statistica tracciata dai carabinieri di Belluno, i tentativi di estorsione attuati con questa tecnica. La vittima riceve su Facebook una richiesta di amicizia da una sconosciuta, una bella ragazza a giudicare dalle foto (ma, molto probabilmente, sono immagini rubate a profili altrui). La vittima accetta la richiesta, poi inizia una conversazione sulla chat di Facebook, quindi arriva la richiesta di passare a Skype per poter chiacchierare più comodamente e vedersi in video.

All’uomo agordino è capitato esattamente così. Quando è iniziata la connessione video la ragazza che compariva sullo schermo (si trattava con tutta probabilità di una registrazione) ha spiegato via chat di non poter parlare a causa di un guasto al microfono, ma la conversazione è proseguita ugualmente per iscritto, via chat. Fino a diventare sempre più “bollente” e a trasformarsi in un vero e proprio gioco erotico virtuale attraverso la webcam.

Peccato che, dall’altra parte del collegamento Skype, non ci fosse nessuna ragazza ma un ricattatore impegnato a registrare un video dell’uomo agordino abbandonatosi alle effusioni virtuali.

Rivistosi nelle immagini intime e ricevuta la richiesta di 500 euro da pagare su un conto estero (ma altri in passato si sono sentiti chiedere fino a 1500 euro), l’uomo non si è fatto intimidire ed è corso dai carabinieri. Che ora, con la collaborazione della polizia postale, intendono avviare la procedura internazionale per contattare negli Usa Facebook e Skype e cercare di risalire all’identità di chi ha creato quegli account usati nel tentativo di estorsione.

Stefano De Barba

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