Sette anni all’anziano massaggiatore

Croce d’Aune. Pesante condanna per il 79enne trevigiano accusato di aver abusato sessualmente di 4 giovani calciatori

CROCE D’AUNE. Sette anni di reclusione all'anziano trevigiano di 79 anni, accusato di violenza sessuale su minorenni per aver costretto, nell'estate 2011, tre giovani sportivi di una squadra di calcio della Castellana a subire palpeggiamenti e rapporti orali, nella sua casa di montagna a Passo Croce d'Aune. S’è concluso con una pesante condanna un caso giudiziario scoppiato nell’autunno del 2011 quando tre ragazzini, ai quali poi s’è aggiunta la denuncia di un quarto a dibattimento in corso, rivelarono ai genitori le turpi attenzioni a cui l’anziano massaggiatore li aveva sottoposti. All’imputato è stata applicata anche la pena accessoria dell’interdizione perpetua dai pubblici uffici. Pesante anche il capitolo riguardante gli aspetti civilistici: l’anziano dovrà risarcire un ragazzino con la somma di 120.000 euro (quello che subì gli abusi più gravi), altri due con 80.000 euro ed un quarto con 50.000 euro. L’imputato resterà inoltre ai domiciliari: i giudici hanno infatti deciso di mantenere la misura cautelare in atto.

La vicenda risale all'estate 2011 quando l’anziano invitò un gruppo di giovani calciatori di 14 e15 anni a passare una decina di giorni con lui in montagna in una casa a Passo Croce d'Aune. Una sorta di “ritiro” montano che nascondeva un turpe obiettivo. Al ritorno dal breve ritiro i ragazzi hanno trovato il coraggio di rompere il muro del silenzio e di confidare ai genitori quanto accaduto nel corso di quella vacanza sportiva.

Dopo la denuncia, i carabinieri perquisirono la casa dell’insospettabile anziano trovando riscontri nelle versioni date dai giovani: in particolare nelle decine di cassette pornografiche, anche a sfondo omosessuale.

Nel corso della requisitoria il pubblico ministero Simone Marcon ha ripercorso, a grandi linee, l’intera vicenda sottolineando la precisione e la coerenza delle accuse ribadite dai giovani nel corso dell’incidente probatorio.

L’avvocato di parte civile Paolo Patelmo non ha risparmiato critiche nei confronti del consulente della difesa che ha sostenuto l’incapacità d’intendere e di volere dell’anziano con conseguente impossibilità di frenare gli impulsi sessuali. Il tutto legato ad un grave incidente in moto quand’era giovane. «Perché allora l’imputato - ha tuonato in aula l’avvocato di parte civile - riusciva a controllare gli impulsi quando era negli spogliatoi o a bordo campo?» E nel chiedere la condanna l’avvocato Patelmo ha concluso: «Quest’uomo ha impedito a quattro giovani di scoprire nel modo più naturale la propria sessualità. Li ha segnati a vita».

La difesa, con l’avvocato Luigi Fadalti, ha chiesto la riqualificazione del reato di violenza in quello di atti sessuali con minorenni, ribadendo la validità della consulenza prodotta agli atti. Ed ha aggiunto: «Quale costrizione poteva fare un anziano di questa età e con problemi fisici su dei giovani atletici e di stazza ben più robusta della sua?» I giudici in sentenza hanno accolto quest’aspetto dell’arringa difensiva, escludendo l’aggravante della forza fisica in due capi d’accusa. «Ricorreremo in Appello», è stato il laconico commento dell’avvocato Fadalti.

Il padre di uno dei ragazzini, al termine del processo, ha spiegato: «Per noi quella persona era come un nonno ma quando abbiamo saputo quanto successo abbiamo deciso di denunciarlo. Dovevamo fermarlo perché non accadesse anche ad altri giovani quanto è successo ai nostri figli. Ai ragazzi dico: “Non abbiate paura o vergogna di denunciare fatti di questo tipo”».

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