Sette bambini non vaccinati messi alla porta dall’asilo di Auronzo
AURONZO. La stretta sui vaccini (peraltro ampiamente annunciata) ha sortito i primi effetti anche nelle realtà più piccole: e così sette dei circa sessanta bambini che frequentano l’asilo paritario Giovanni Maria Molin di Auronzo in questo momento non possono entrare in classe. Sette “casi” , uno diverso dall’altro, per un’unica conseguenza: l’impossibilità di unirsi ai propri compagni in quella che fino a pochi giorni fa era la quotidianità. È la legge che parla, per quanto controversa; quella che fa capo al decreto Lorenzin sposato anche dal ministro Grillo rappresentante del governo gialloverde. Nessuna presa di posizione dunque da parte della scuola, anche se questo non sembra interessare più di tanto alle mamme dei sette bambini, tutte, inevitabilmente sul piede di guerra. A farsi portavoce del malessere profondo che serpeggia oggi ad Auronzo è la signora Barbara che, in merito alla spinosa vicenda, racconta la versione di chi oggi si ritrova costretto giocoforza a restare fuori dalla scuola.. «Partiamo da un presupposto, noi non siamo mamme no vax. Contestiamo però l’imposizione di un trattamento su cui nessuno garantisce i risultati. I vaccini sono dei farmaci e come ogni farmaco presentano delle controindicazioni. Obbligare un bambino a subire questo trattamento equivale ad una coercizione».
Le stesse mamme auronzane, oltre a protestare nei confronti del sistema più che della scuola, hanno già approntato le contromosse nella speranza che la vicenda si risolva nel minor tempo possibile salvaguardando i rispettivi figli da quella che si presenta a tutti gli effetti come una potenziale gogna sociale.
«Abbiamo inviato una mail pec alla scuola nella quale abbiamo redatto il cosiddetto ricorso in autotutela. La stessa cosa è stata fatta dal comitato che segue il nostro caso ma che, a differenza nostra, ha inviato il documento anche al prefetto, al provveditorato agli studi ed al Miur. In sostanza il ricorso in autotutela, seguendo la legge, chiede un immediato annullamento o revoca del provvedimento».
Detto questo, ognuno dei sette bambini oggi coinvolti in questa vicenda presenta una storia molto diversa dall’altro. Tra queste emerge la vicenda di un bambino che i genitori hanno deciso di non sottoporre alla trafila completa di vaccini prevista dalla legge perché impauriti da un problema di salute riscontrato su un altro figlio.
«La decisione di lasciare fuori dalle scuole i bambini non vaccinati si sta rivelando estremamente soggettiva», tuonano le mamme auronzane protagoniste della vicenda, «perché anche in altri paesi dello stesso nostro territorio di montagna ci sono casi di bambini non vaccinati che invece sono stati fatti entrare regolarmente a scuola. I nostri bambini sono stati esposti ad un trattamento di serie B senza probabilmente valutare a fondo tutte quelle che potrebbero essere le conseguenze. Questo ha messo in grande difficoltà tantissime persone. Non solo noi genitori o i nostri figli, ma anche i piccoli compagni, i rispettivi genitori e le maestre. Un domani, appena i nostri bambini potranno rientrare in classe, cosa verrà detto loro per spiegare tutto quello che sta succedendo?». —
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