Settimane bianche confermate ma Cortina teme per la Coppa del Mondo
CORTINA
Il coronavirus allarma anche Cortina e le Dolomiti dello sci. I cinesi non affollano le piste come altre nazionalità (dell’Est, in queste settimane), loro preferiscono l’estate.
«Non ho notizia di disdette – informa Federico Caner, assessore regionale al turismo -, ma è certo che la loro assenza a Venezia, per il carnevale, peserà anche in montagna». «Sempre più spesso, infatti – conferma Giuliano Vantaggi, motore della Dmo -, abbiamo cinesi che si ricavano una visita o una sciata sulle Dolomiti durante la loro permanenza in laguna».
La preoccupazione è per il futuro, piuttosto che per il presente, come ammette Roberta Alverà, presidente dell’Associazione Albergatori di Cortina. «Tutte le prenotazioni per le prossime settimane bianche sono confermate, come mi ha precisato anche il presidente di FederAlberghi, Walter De Cassan, ma – aggiunge Alverà – siamo allarmati per il periodo della Coppa del Mondo. Se l’epidemia non dovesse arrivare presto al giro di boa e, peggio, se ci fossero delle complicazioni, presenza di cinesi o no a Cortina, il nostro mondo ne risentirebbe. I turisti si fermano a casa nelle situazioni di emergenza».
La stagione dello sci sta letteralmente volando. Gli impiantisti segnano già un più 20%, anche lontano da Cortina. Lo testimoniano Renzo Minella per l’area Falcade San Pellegrino e Sergio Pra per Alleghe Civetta. Qualche impianto sta facendo il tutto esaurito, raggiungendo quota 30% di aumento sull’anno scorso. «Anche gli alberghi finalmente respirano – precisa Pra – con un più 10, anche un più 15%». Insomma – sospira l’albergatore di Alleghe – ci manca solo qualche grado di temperature più basse. «Meglio ancora se ritornasse una spruzzata di neve fresca» suggerisce Minella. «Non è che con questi presupposti – sbotta Alverà – si possano intromettere i cinesi a rovinarci la festa».
E il pensiero dell’albergatrice va addirittura alle Olimpiadi. Prima di quelle di Milano e Cortina ci sono i Giochi di Pechino del 2022. Dai quali ci si attende una ricaduta, quattro anni dopo, ai piedi delle Tofane.
Ma se i turisti smettessero di viaggiare sui lunghi circuiti per qualche apprensione di troppo, la prospettiva sarebbe fatale. Sia per i Mondiali del 2021 che per le Olimpiadi.
Il primo a rincuorare è Vantaggi. «A parte le presenze ai grandi eventi, i cinesi e, più in generale, gli asiatici non sono protagonisti dei nostri mercati. Stiamo puntando sull’Est, oltre che sul Nord Europa, e i risultati sono straordinari. Vedremo dall’evoluzione del Coronavirus quali azioni intraprendere».
Vantaggi preferisce vedere il bicchiere mezzo pieno. «Questa congiuntura potrebbe rivelarsi un’opportunità piuttosto che un problema». Osvaldo Finazzer ha ospitato un nutrito gruppo di sciatori cinesi a Capodanno, al Savoia del Passo Pordoi. «Per le settimane bianche abbiamo quasi solo stranieri – ci dice -, da ogni parte del mondo. La preoccupazione va oltre i cinesi; se l’epidemia non rientrerà rapidamente, è evidente che si volerà di meno tra un continente e l’altro».
Quindi? «Mia figlia, maestra di sci, sta accompagnando un gruppo cosmopolita di rifugio in rifugio, per una settimana. C’è gente che va pazza per le Dolomiti. E che le vuole assaporare da vicino. È disponibile ad ogni possibile sacrificio. Ma se la Cina non contrasterà presto il virus, la paura ci lascerà davvero in difficoltà».
L’assessore Caner non ha dubbi. Il turismo ha bisogno di fiducia. Al momento non manca, assicura; l’importante è che la situazione non si aggravi. «Nemmeno qui ad Arabba ci sono state disdette – tranquillizza il sindaco albergatore, Leandro Grones -. Ecco, io consiglierei anche a non enfatizzare situazioni che magari non sono di rischio o pericolo, come invece avviene».
Qualche disdetta, semmai, c’è per l’influenza, conferma Pra. Un problema già avvertito ai primi di gennaio. «Ci auguriamo che l’influenza non si aggravio a rimorchio della psicosi del coronavirus…».
Attenzione, avverte infatti Alverà: abbiamo anche l’estate davanti e tanti colleghi, qui a Cortina, incrociavano le dita auspicando una presenza maggiore di cinesi o, comunque, di asiatici nella stagione ventura. —
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