Sfalcio prati: il Comune non dà più i contributi
LIVINALLONGO. Il Comune taglia i contributi per lo sfalcio prati: incentivi solo per sfalcia intorno alle case. «Non possiamo più permetterci di spendere 17 mila euro all’anno. Rivediamo il regolamento». Categorico il sindaco Leandro Grones verso i “Sourastánc” (capifrazione) riuniti nella “Cesa de Comun” per discutere, ancheo del contributo annuale che il Comune eroga, tramite le frazioni, per lo sfalcio prati. Un costo che l’amministrazione vuole e deve ridurre. Per questo il sindaco ha voluto consultare i capifrazione e sentire con loro come e dove operare i necessari tagli. Il contributo era stato istituito nel 1996, quando per effetto delle tante piccole stalle che anno dopo anno cominciavano a chiudere i battenti, si cominciavano a vedere sempre più prati restare incolti.
Anche vicino ai paesi. In qualche comune limitrofo, dove il problema era già più serio, si era tentato di istituire un regolamento che imponeva ai privati lo sfalcio prati in una certa area intorno ai paesi. Chi non ottemperava l’obbligo si vedeva mandare il conto dal Comune che faceva il lavoro.
Un sistema che non aveva ottenuto grandi risultati, in quanto inficiato dai ricorsi presentati e vinti dai privati. Così l’amministrazione pensò di rigirare il problema: «Se non funziona con gli obblighi, proviamo con gli incentivi», si disse. Per questo fu istituita una commissione consiliare che insieme ai capifrazione, stilò una lista delle particelle catastali e dei privati che sfalciavano in una certa area intorno alle frazioni. Il Comune stanziò i primi contributi, poi suddivisi agli aventi diritto in base ai metri quadri sfalciati. Con il passare del tempo la “mano” del Comune è arrivata a coprire anche l’incentivo, soppresso, che l’Unione Montana erogava ai contadini tanto che negli ultimi anni l’esborso del Comune è salito a ben 17 mila euro l’anno. Soldi che ora non si può più permettere. Già per le annualità 2013 e 2014 la passata amministrazione aveva fatto sapere il contributo sarebbe stato erogato solo se le casse lo avrebbero permesso.
«Poi alla fine», ha spiegato Grones, «in qualche modo abbiamo cercato di coprire. Ora non ci sono più soldi. D’ora in poi bisognerà ridurlo almeno del 50%». Il taglio è dovuto anche al fatto che l’anno scorso l’amministrazione ha acquistato una macchina operatrice per 30 mila euro, a disposizione della squadra ambientale, i lavoratori che il Comune assume stagionalmente per pulizia e cura dell’ambiente. «Abbiamo fatto questa scelta», ha spiegato l’assessore Alessandro Denicolò, «in quanto non sappiamo per quanto tempo ancora potremo permetterci di assumere ogni anno 4 operai stagionali. Per questo ci sarà bisogno di avere a disposizione delle macchine per fare più lavoro in meno tempo».
Con i capifrazione si è riscontrato che in molti casi il contributo veniva erogato anche a cittadini che falciavano prati in alta montagna, magari intorno alla loro baita. «Non sono queste le finalità del contributo» ha tuonato Grones. «La priorità è curare i prati intorno alle case». Posizione questa che ha trovato d’accordo tutti i capifrazione, con i quali è stato deciso di rivedere i mappali ed i destinatari del contributo. Solo con questa operazione, a detta di tutti, si dovrebbe riuscire a ridurre il costo della metà. «Ovviamente», ha concluso il sindaco, «questo non significa che il contributo sarà comunque assicurato: dipenderà dalla disponibilità di cassa».
Lorenzo Soratroi
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