Sfida i cacciatori di delfini: arrestata
FELTRE. Il mare delle Isole Faroe, l’estremo nord della Danimarca, si tinge di rosso: è il sangue dei cetacei vittime della grindadráp. Da giugno a settembre la mattanza è quasi quotidiana ed è contro questa barbara tradizione che da due anni si schiera in prima fila la feltrina Alice Rusconi Bodin, 35 anni, referente veneta di Sea Shepherd Italia, l’organizzazione mondiale in difesa del mare e dei suoi abitanti. La ragazza ha vissuto alcuni anni a San Gregorio per poi trasferirsi a Crespano del Grappa. Ed è proprio durante un’azione di pacifico disturbo per difendere dai cacciatori i delfini forzatamente spiaggiati che Alice è stata arrestata lo scorso 12 agosto assieme ad altri quattro attivisti: l’olandese Rudy de Kieviet, l’inglese Lawrie Thomson, il tedesco Tobias Boehm, e lo statunitense Frances Holtman. I loro passaporti sono stati sequestrati. La ragazza, partita il 15 luglio da Crespano dove ora risiede verso le Faroe, avrebbe dovuto restare a fare da sentinella in difesa dei cetacei fino alla fine di agosto. Un mese e mezzo delle sue ferie dedicato a vegliare sui fiordi, pronta a mettersi tra i delfini e i cacciatori in un’azione assolutamente pacifica di contrasto.
È la sua seconda volta alle Faroe. L’arresto mercoledì scorso e poco dopo la mezzanotte di domenica il post sul suo profilo Facebook che rassicura chi dall’Italia attende un suo cenno: «Cari amici, grazie per il vostro sostegno e affetto, sono commossa! Sto bene! Sono stata rilasciata in attesa del processo, nel frattempo Operazione Sleppid Grindini continua, ancora molti delfini devono essere difesi, quindi capite che ora non ho il tempo di rispondere a tutte le persone che mi scrivono». La telefonata a mamma Gemma è arrivata subito dopo l’arresto, giustificato con la violazione della legge approvata nel 2014 che punisce chi disturba la caccia ai delfini. Un tuffo al cuore per la mamma: «Mi ha chiamato il referente legale dell’organizzazione per avvisarmi, assicurandomi di aver già attivato tutte le procedure del caso, aveva anche allertato il console», dice Gemma, «Poi, subito dopo il rilascio, mi ha telefonato Alice: sta bene e domani (oggi per chi legge, ndr) dovrebbe essere processata». Mai come in questo caso il condizionale è d’obbligo: «Non sappiamo bene i tempi». «Anche perché», aggiunge Mauro Morosin, ingegnere di Crespano che con Alice fa parte di Sea Shepherd Italia, «la Danimarca è in Europa e l’Eupopa vieta la caccia ai delfini. Eppure alle Isole Faroe questa barbara tradizione si rinnova ogni anno».
I numeri della mattanza fanno paura: centinaia e centinaia di esemplari abbattuti. Alice rischia 15 giorni di arresto e una multa che può arrivare fino a 4 mila euro. Potrebbe essere espulsa dalla Danimarca, come altri attivisti. Prima di lei un’altra italiana è stata arrestata quest’anno: il 23 luglio scorso è toccato a Marianna Baldo di Romano d’Ezzelino (Vicenza), anche lei accusata di interferire con il massacro dei cetacei. «Alice ama gli animali: è vegana», la descrive mamma Gemma, «Il suo compito era di controllare la spiaggia».
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