Sfilano le associazioni fra povertà e integrazione

Una trentina di stand per il Natale solidale. Insieme si può aiuta le tante famiglie in difficoltà economica: «Negli ultimi anni sono aumentate, la crisi non è finita»
Di Alessia Forzin

BELLUNO. Il Natale è anche solidale. Colorato, animato, festoso. Merito delle associazioni, che ieri hanno popolato piazza dei Martiri grazie all’iniziativa del Comune. Una trentina le realtà che si sono sistemate sotto i gazebo, nonostante il freddo pungente, e che hanno presentato le loro attività ai bellunesi incuriositi. In vendita c’erano prodotti di ogni tipo, dall’oggettistica per la casa a generi alimentari del mercato equo solidale, grazie ai quali le associazioni hanno raccolto risorse preziose per continuare le loro attività.

Fra la Cucchini, l’Aitsam e i volontari del sangue, non potevano mancare l’Unicef e Insieme si può, che si è presentato con il gruppo di Sargnano. Molto attivo anche sul fronte delle povertà. L’anno scorso i volontari hanno contribuito a raccogliere fondi per aiutare i bambini del Madagascar, quest’anno tutto il ricavato della vendita degli oggetti realizzati dalle volontarie (grembiuli, bavaglini per i bimbi, borse ricamate a mano) servirà per aiutare i terremotati del centro Italia.

Ma Insieme si può non dimentica le persone in difficoltà economica che vivono dietro casa. Sono tanti i bellunesi che non riescono più a far fronte alle spese quotidiane: «Sì, c’è stato un aumento di persone che sono in grossa difficoltà economica», racconta la segretaria del gruppo, Guglielmina. «Quando veniamo a sapere che nella nostra parrocchia c’è una famiglia in difficoltà, ci attiviamo subito. Diamo loro denaro, se serve, portiamo la spesa, facciamo quello che è possibile». Spesso il capofamiglia ha perso il lavoro, la moglie non ne ha mai avuto uno e in casa ci sono tre o quattro bimbi da accudire. Le volontarie di Insieme si può pensano a tutti. «Si dice che la crisi è finita, a me non sembra proprio», conclude Guglielmina.

Accanto si sente il suono ritmato dei bonghi. Sotto il gazebo ci sono i rappresentanti del coordinamento Rete immigrazione della provincia. Le mani si muovono veloci, nonostante siano gelate. Le volontarie offrono the alla menta per riscaldarsi. Assia Belhadi, la mediatrice culturale attivissima in città sul fronte dell’immigrazione e dell’integrazione, osserva e sorride.

Da dieci anni la ragazza vive a Belluno, «e mi sento che siamo integrati, perché è stato fatto un grosso lavoro in questi anni», racconta. «È stato creato un ambiente positivo, abbiamo lavorato insieme, tutte le comunità, per costruire la fiducia nell’altro e quando succede si riesce a combattere la diffidenza e il pregiudizio».

Anche dopo i fatti di Parigi e le tante stragi dell’Isis, la comunità islamica ha continuato a trasmettere il suo messaggio di integrazione, di pace, prendendo le distanze da estremismi che poco hanno a che vedere con la cultura musulmana. Assia Belhadi lavora nelle scuole, con le famiglie, anche con i migranti. «Mi sento italiana, ai miei figli insegno ad amare questo Paese».

E poi quest’anno si festeggia un evento particolare: la nascita del profeta Maometto cade lo stesso mese della nascita di Gesù.

La giornata è continuata con il Natale in musica, e si è conclusa con il concerto finale con tanto di auguri sotto al portico della Prefettura.

Riproduzione riservata © Corriere delle Alpi