Sfrattato e senza la licenza ma continua a lavorare
Stefano Pompanin, del Gran Caffè Tiziano, avrebbe dovuto chiudere già da mesi Finora nessuno è riuscito a far rispettare la sentenza che imponeva la serrata
PIEVE DI CADORE. A tre mesi esatti dall’istanza firmata da un giudice che ne imponeva la chiusura con relativo sfratto del gestore, il Gran Caffè Tiziano di Pieve oggi è ancora aperto e regolarmente operativo. Nessuno, nel corso dell’estate, tra forze dell’ordine, azienda sanitaria locale o altri enti competenti al recupero forzoso dell’immobile hanno reso operativa la sentenza di un ufficiale giudiziario, per la felicità dell’imprenditore cadorino Stefano Pompanin che continua a gestire un esercizio sul quale pende la spada di Damocle della giustizia ordinaria praticamente da un anno.
L’iter avviato dalla Magnifica, proprietaria dell’immobile, per il recupero coatto dello stesso risale infatti al novembre dello scorso anno. Una serie di rinvii, dovuti principalmente ad accordi tra le parti mai realmente mantenuti, hanno posticipato a più riprese la riconsegna del bar ai legittimi proprietari; questo fino al 30 giugno, quando lo sfratto è divenuto esecutivo dopo che l’istanza presentata dalla Magnifica è stata ufficialmente accolta dal giudice. Alla base della vicenda ci sono una lunga serie di affitti arretrati mai pagati per una somma che oggi ammonta a svariate decine di migliaia di euro. C’è di più. Contestualmente all’istanza di sfratto sancita dal giudice, la Magnifica ha provveduto a ritirare la licenza al gestore. Ennesimo strappo di una vicenda ai limiti del paradosso, reso possibile dal fatto, caso piuttosto raro, che il proprietario dell’immobile (nello specifico caso del Gran Caffè Tiziano) è anche intestatario della licenza commerciale. Stando dunque a quanto emerso, l’attuale gestione del Gran Caffè Tiziano risulterebbe irregolare su più fronti; ma, nonostante ciò, in quello che appare come un vero e proprio pasticcio burocratico all’italiana, stride e non poco il fatto che, a tre mesi di distanza dal responso insindacabile di un ufficiale giudiziario, nessuno si sia preso la briga di intervenire concretamente scrivendo così la parola fine sul caso. Il perché appare inspiegabile a molti, diretti interessati in primis, che nel frattempo continuano a lavorare gomito a gomito ignorandosi reciprocamente. In virtù di questa situazione a dir poco surreale, la Magnifica si è trovata costretta a riporre nel cassetto il bando ideato nei mesi scorsi per l’affidamento del Gran Caffè Tiziano ad un nuovo gestore. A questo punto l’unica figura istituzionale cittadina in grado di sbloccare la situazione dall’empasse in cui versa potrebbe essere il commissario prefettizio Carlo De Rogatis.
Gianluca De Rosa
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