Sguardi minacciosi a due vicine di casa: finiscono a processo
ALPAGO. Guardavano storto le vicine. Sono finiti nei guai in tre, a Farra d’Alpago, e andranno a processo per molestie in concorso. A dirla tutta, V.T., M.U. e G.M. avrebbero potuto cavarsela con il pagamento di un’ammenda di 100 euro ciascuno, ma hanno preferito il dibattimento pubblico con i difensori Erminio e Valentina Mazzucco. I due legali avrebbero scelto di chiudere la vicenda con l’oblazione, cioè il pagamento volontario di una somma in denaro, il problema è che i conti non tornavano per via della realizzazione, durante le indagini preliminari, di un certo numero di intercettazioni ambientali.
La Procura contesta ai tre imputati (due donne e un uomo) la petulanza e i biasimevoli motivi alla base del loro comportamento molesto e disturbante nei confronti di due signore che abitano a poca distanza da loro. Tra le condotte penalmente rilevanti, il fatto di ostacolare il passaggio e il transito delle stesse nell’area aperta al pubblico davanti alle loro abitazioni; gli appostamenti e gli sguardi minacciosi e insistenti; i pedinamenti evidenti a piedi e in macchina, che non spaventavano solo le due parti offese, ma anche i loro familiari, amici e parenti, e gli insulti dopo averle fermate per strada.
Immancabile la querela, sulla base della quale si sono sviluppate le indagini preliminari. Visto che i fatti erano chiari e il reato è, comunque, perseguibile d’ufficio, il pubblico ministero aveva chiesto al giudice per le indagini preliminari l’emissione di un decreto penale di condanna: pena base 200 euro, diminuita della metà. I tre indagati hanno preferito giocarsela in aula e ieri il giudice Zantedeschi ha aperto il dibattimento, raccogliendo le liste dei testimoni e rinviando al 14 aprile, quando saranno ascoltati i tre testimoni della pubblica accusa. —
G.S.
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