Si abbassa il livello dei laghi: protestano gli operatori turistici

A Santa Croce anche la Lega navale contro Enel. «Inutile migliorare le spiagge se poi a fine agosto c’è solo fango»



L’abbassamento del livello dei laghi della provincia, in particolar modo quello di Santa Croce in Alpago, del Centro Cadore tra Calalzo e Pieve, e del Corlo ad Arsiè, sta mettendo a dura prova le attività economiche, specialmente quelle legate al turismo.

Il bel tempo e le temperature quasi estive di cui ancora si può godere, potrebbero allungare il periodo di villeggiatura soprattutto per i turisti stranieri. Ma la vista di uno specchio d’acqua melmoso e l’odore acre delle alghe in putrefazione non fanno altro che allontanare eventuali clienti. Anche le possibilità di fare delle gite in pedalò, oppure di pagaiare sul lago in canoa o in kayak ormai sono sfumate. Ed è per questo che molte attività turistiche con domani chiuderanno la loro stagione.

Il lago di Santa Croce

«In 15 giorni il livello del lago di Santa Croce», dice Stefano Calvi, vice presidente della Lega navale italiana dell’Alpago, «è calato di una decina di metri. È un vero disastro per la spiaggia e per le attività turistiche che vivono sul lago. Mi metto nei panni di un turista che vede una distesa di fango davanti a sé: la voglia di soggiornare là di certo gli passa in un attimo». Per Calvi l’intervento di Enel sul bacino lacustre va ad inficiare tutto il lavoro svolto anche dall’amministrazione comunale per migliorare la spiaggia e renderla più attraente. «Se abbiamo un’idea di sviluppo dell’Alpago, non possiamo andare avanti così», conclude Calvi. A spiegare i disagi causati da questi abbassamenti idrici, c’è Marina Antoniazzi, titolare del Camping Sarathei di Alpago. «Ogni anno, dopo la metà di agosto, il livello dell’acqua dei laghi viene abbassato. Quest’anno la situazione è decisamente peggiorata: il lago è diventato una distesa di fango in cui si sprofonda fino alle ginocchia e che emana un odore sgradevole. Dato che il nostro lavoro si basa principalmente sul meteo e sul lago, quando una di queste componenti viene a mancare l’attività che svolgiamo viene fortemente penalizzata. Molti turisti stranieri che in questo periodo vorrebbero passare qui le vacanze sono costretti a cambiare meta, i ragazzini non possono più giocare nell’acqua, gli amanti degli sport velici devono rinunciare a sfruttare il vento perché ormai entrare nel lago è diventato quasi impossibile. È chiaro che in queste condizioni non è facile promuovere il turismo», dice Antoniazzi.

Lago di Centro Cadore

Preoccupazione arriva anche dall’assessore del comune di Calalzo, Stefano Campi.

«In poche settimane Enel ha tolto circa 7-8 metri di acqua rispetto al massimo invaso. Si tratta di un’azione lecita prevista dalla legge sulla laminazione. Anzi la norma prevede che entro metà settembre il lago perda più di 16 metri. Per fortuna Enel non riesce ad applicare questa cosa, perché non si può far calare più di 50 centimetri al giorno il livello dell’acqua», dice Campi che poi aggiunge.

«È mia intenzione capire se la legge sulla laminazione dopo Vaia possa essere modificata e quindi lasciarci più acqua e più a lungo. Se venissero ultimati i lavori a Perarolo, non servirebbe più togliere acqua al nostro lago. Ma questo ce lo dirà lo studio che è in corso. Inoltre abbiamo chiesto che i sedimenti dovuti a Vaia vengano utilizzati per sistemare le spiagge rendendo più appetibile il lago e agevolando anche l’attività riproduttiva dei pesci».

D’altra parte che questi abbassamenti siano “dannosi” alle attività lo testimonia anche Cesare Passuello titolare del Chalet al Lago di Vallesella a Domegge. «Ormai non c’è più possibilità di fare surf, di andare in pedalò o di fare canoa o kayak. Noi abbiamo già ritirato le nostre imbarcazioni suscitando qualche disappunto dei turisti. Ma non è colpa nostra perché la presenza di tanto fango rende impossibile mettere in acqua le barche. È un peccato», conclude Passuello, «perché la stagione sta andando bene e potevamo allungarla di almeno una settimana». —


 

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