Sì alla tassa di soggiorno un euro per ogni notte
FELTRE . A Feltre arriva la tassa di soggiorno, a carico di coloro che alloggiano nelle strutture ricettive del territorio.
È stata approvata ieri dal consiglio comunale, che ha varato il regolamento per la disciplina dell’imposta e le relative tariffe: 1 euro per tutte le tipologie di ospitalità (il massimo previsto era 5 euro per notte), tranne le case per vacanze per cui il costo si abbassa a 0,50 centesimi (case per ferie, centri di vacanza per ragazzi, ostelli per la gioventù, case religiose di ospitalità, centri soggiorni studi, foresterie per turisti).
Il primo versamento sarà il primo aprile – questa l’idea – per ogni pernottamento fino a un massimo di quindici giorni consecutivi. Difficile fare stime, ma la previsione è di un introito sull’ordine dei 60-80 mila euro l’anno, considerando che i posti letto a Feltre sono circa 700. Statistiche Istat alla mano, le presenze relative al 2016 (le ultime disponibili dal rilevamento) erano più di 83 mila 437, ma non è detto che tutte le strutture ricettive abbiano comunicato i dati. Tale gettito è destinato a finanziare interventi in materia di turismo, con ragionamento in forma comprensoriale.
Il meccanismo di funzionamento lo spiega l’assessore al turismo e alla cultura Alessandro Del Bianco: «Tutti i Comuni del Feltrino impongono l’imposta di soggiorno con le stesse tariffe, dopo di che i Comuni gireranno tutto il ricavato all’Unione montana, che pagherà le spese inerenti all’ufficio turistico (indicativamente circa 30 mila euro l’anno), tratterrà 7 mila 500 euro che serviranno per finanziare la Dmo (l’istituto che dovrebbe fare da regia sul turismo) e quello che resta verrà diviso in tre quote», dice Del Bianco. «Il 15 per cento verrà girato al consorzio turistico Dolomiti prealpi, il 40 per cento viene rigirato ai Comuni proporzionalmente alle presenze, mentre il restante 45 per cento verrà gestito direttamente dall’Unione montana per progetti di valorizzazione turistica comprensoriale e strategie di promozione. È la prima volta che si tenta questa strada, ma penso che ci siano buone possibilità di sviluppo per il territorio».
Quella di coprire i costi dell’ufficio turistico per tenerlo aperto è un’esigenza, perché dopo due anni è venuto meno il contributo del consorzio Bim Piave e bisognava trovare una soluzione per scongiurarne la chiusura. Il Comune adesso pensa di spostarlo dall’attuale ufficio in piazza Trento e Trieste per sistemarlo in piazza Maggiore e riorganizzarlo anche in ottica multimediale. Verrà dotato poi di servizi per i turisti. L’intenzione è di rilanciarlo.
Raffaele Scottini
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