«Sì alle opere alla Grotta Azzurra ma poi serve la manutenzione»

Il presidente del Gruppo Natura di Lentiai esprime i suoi dubbi sugli interventi sul torrente Terche Nel dibattito entra l’esempio del sentiero della forra della Pisota: «Bellissimo ma pericoloso»
MEL - LENTIAI. Ben vengano gli interventi in luoghi ormai famosi come la Grotta Azzurra. «Ma rischiano di diventare inutili se poi quanto realizzato non è oggetto, nel tempo, di opere di manutenzione». A riflettere sulla questione è Orfeo Dal Piva del Gruppo Natura Lentiai, sodalizio composto da una decina di volontari, che ormai da tanti anni si occupano della valorizzazione del territorio. Basti solo pensare ai laghetti della Rimonta, diventati meta per tanti turisti e appassionati. Dal Piva ha affidato le sue considerazioni anche a un post pubblicato su Facebook, che nel giro di poche ore ha ottenuto molti commenti e condivisioni.


«In questi mesi si parla tanto della “Grotta azzurra” posta sul torrente Terche», scrive Dal Piva. «Ora l’Unione Montana e il Comune di Mel stanno pensando di attrezzare il percorso. Condividiamo l’intervento se questo serve a valorizzare il nostro territorio e a promuovere un turismo ecosostenibile. Ci chiediamo però anche se queste opere abbiano un senso, visto che poi, negli anni, i luoghi rimangono abbandonati a se stessi senza alcuna seria manutenzione. Questo è un grosso problema che non può essere messo in secondo piano». Dal Piva precisa che le sue riflessioni non hanno alcuna valenza polemica. «Si tratta semplicemente di una segnalazione, per dare una “spinta” e cercare di migliorare», sottolinea. «Apprezziamo molto i Comuni di Mel e di Lentiai per gli interventi fatti in questi anni e per le iniziative in programma. Serve però poi che quanto realizzato resti oggetto di manutenzione, altrimenti il rischio è che i soldi pubblici siano spesi in modo non del tutto utile».


A proposito di luoghi in cui mancano interventi manutentivi, Dal Piva porta l’esempio del sentiero ex attrezzato della forra della Pisota nella valle della Rimonta, realizzato alcuni anni fa e ora diventato completamente inagibile e pericoloso. «Nonostante tutto la gente continua a visitarlo, ma il sentiero è molto rischioso e consigliamo vivamente di non addentrarsi nella gola», aggiunge ancora il referente del Gruppo Natura. «Il fatto che non sia sicuro è davvero un peccato, perché il luogo è molto bello e costituisce un patrimonio importante dal punto di vista ambientale e paesaggistico. Ci sono due cascate e una forra di quasi 40 metri. Servirebbe un intervento per la messa in sicurezza».


«È inutile promuovere le nostre bellezze se poi non manteniamo quanto realizzato» ribadisce Dal Piva, che mette sul tavolo anche un altro aspetto critico: «Il nostro territorio è pieno di tabelle divelte e bacheche abbandonate. A poco servono, dunque, depliant e libretti turistici se poi i visitatori non riescono a orientarsi nei luoghi per la mancanza di una segnaletica adeguata. La promozione deve essere un’azione continua nel tempo, non l’intervento di un momento».


Riproduzione riservata © Corriere delle Alpi