«Sì allo sciopero dei medici ma solo se non crea disservizi»

BELLUNO. «Sono d’accordo con l’idea dello sciopero dei medici di famiglia, decisi a far valere i loro diritti, ma temo che, soprattutto la chiusura degli ambulatori, alla fine possa ritorcersi contro...
BELLUNO. «Sono d’accordo con l’idea dello sciopero dei medici di famiglia, decisi a far valere i loro diritti, ma temo che, soprattutto la chiusura degli ambulatori, alla fine possa ritorcersi contro agli stessi pazienti». Parole della presidente di Cittadinanzattiva e del Tribunale del malato, Ottorina Bompani, dopo essere venuta a conoscenza dell’agitazione che interesserà la provincia dalla settimana prossima a maggio.


«È vero che le dimissioni troppo veloci dei pazienti e la mancanza di strutture territoriali in grado di farsi carico dei pazienti alla fine fa ricadere anche l’onere della cura su familiari e parenti. E questo non è giusto: le famiglie non sono certo titolate alla cura dei malati. Quindi è bene che i camici bianchi vogliano ribadire che vanno attivati sul territorio i servizi previsti dal Piano socio sanitario regionale, approvato ancora qualche tempo fa».


La stessa referente provinciale delle associazioni a tutela del malato e dei cittadini si chiede: «Dove sono andati a finire gli ospedali di comunità e le medicine di gruppo integrate? Dicevano che sarebbero state numerose sul territorio, ma fino ad oggi si contano sulle dita di una mano. Che fine hanno fatto questi progetti?».


Bompani, se da un lato sostiene le rimostranze dei medici, dall’altro si dice molto preoccupata per gli effetti che potranno avere sui pazienti. «Lo sciopero bianco delle ricette non avrà alcun impatto, visto che ci si potrà rivolgersi alle farmacie anche muniti delle vecchie ricette rosse», precisa la presidente di Cittadinanzattiva. «Quello che temo è la chiusura degli ambulatori: cosa succederà per i cittadini che troveranno chiuso? Si rischia, in questo modo, di intasare i Pronto Soccorso. E, ancora peggio, di far pagare al cittadino-paziente una prestazione a cui è dovuto ricorrere a prescindere dalla sua volontà. E questo per me è un disagio oltre che un disservizio. Per questo mi auguro che la Regione torni sui suoi passi e che le parti in causa possano trovare al più presto una soluzione al problema».
(p.d.a.)


Riproduzione riservata © Corriere delle Alpi