Si allungano i tempi per la rotonda a Levego Se ne occuperà Anas

belluno
Si allungano i tempi per risolvere le problematiche di sicurezza stradale a Levego. Il passaggio della Sp1 ad Anas deve ancora avvenire, ma c’è già stata una conseguenza: Veneto strade ha interrotto lo studio che stava facendo per individuare una soluzione per l’incrocio che dalla provinciale porta a Levego alta. Ora l’interlocutore diventa Anas, che dovrà riprendere in mano tutta la questione e trovare il tempo per occuparsene, fra la mole di interventi che ha già in calendario.
I cittadini sono stanchi di aspettare risposte che non arrivano e giovedì hanno preso posizione, ricevendo le repliche immediate di Provincia e Comune. «A noi non interessa questo continuo rimpallo di responsabilità, vogliamo solo che chi deve agire lo faccia», evidenzia uno dei promotori della petizione, inviata al Comune nel 2019, Giovanni Tomasella. «Quell’incrocio ormai è diventato una barzelletta, sono vent’anni che chiediamo venga sistemato con una rotatoria».
A febbraio dell’anno scorso i cittadini ne avevano parlato con Veneto strade, che si era impegnata a studiare una soluzione pur nella consapevolezza che la rotatoria di accesso all’area artigianale, costruita fuori asse e per ora non utilizzata, complica ogni progetto di sistemazione dell’incrocio vicino. Veneto strade aveva anche detto che non è possibile costruire due rotonde a distanza ravvicinata, ma i residenti a Levego e Sagrogna ricordano che in via Vittorio Veneto ce ne sono tre in settecento metri. Tant’è. «È dal 1983 che andiamo a parlare con i sindaci chiedendo di risolvere la situazione di quell’incrocio», ricorda Daniele Scagnet, presidente dell’associazione I Mulini. «Non è mai stato fatto nulla».
Che risolvere il problema viario a Levego non sia semplice è noto. Lo conferma il presidente della Provincia Roberto Padrin: «Ora dovremo parlarne con Anas, per trovare una soluzione», spiega. «La Provincia è pronta a finanziare l’opera, e da quanto mi risulta anche il Comune era disponibile a farlo. Ma bisogna capire come intervenire in quella zona con un progetto adeguato».
Padrin era stato informato dai cittadini che la misura è colma. L’ultimo incontro risale a un anno fa, ma il Covid non ha azzerato la possibilità di inviare sms e whatsapp. Il sindaco Massaro ha scritto che Padrin gli aveva assicurato “di non essere mai stato contattato dal comitato”, ma probabilmente dev’esserci stata un’incomprensione fra i due amministratori.
Nel frattempo, però, a Levego si sta esaurendo la pazienza. Se non si muoverà qualcosa, i cittadini non escludono di mettere in atto azioni di protesta. —
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