Si brucerà plastica alla Cementi Rossi

Questa sera a Onigo di Pederobba si presenta il progetto di espansione dei combusti che crea timori nel Basso Feltrino
Ferrazza Monfenera Cementi Rossi visti dall'alto
Ferrazza Monfenera Cementi Rossi visti dall'alto

ALANO DI PIAVE. Non più pneumatici triturati e petcoke. Fra qualche mese la Cementi di Giovanni Rossi di Pederobba, al confine con Alano di Piave e Quero Vas e di fronte a Valdobbiadene, potrebbe iniziare a bruciare anche la plastica in senso più lato. Dal circuito Corepla (raccolta differenziata) per cominciare, per poi arrivare agli elementi di scarto non più recuperabili e provenienti da vari tipi di fabbriche (film per etichette ad esempio, oppure imballaggi o ritagli di guarnizioni). Il progetto di espansione dei combusti viene presentato oggi alle 18.30 nella sala riunioni del Comune di Onigo. La riunione si prospetta manco a dirlo arroventata. «Già negli anni scorsi si sono alzate barricate anche dal nostro territorio contro questo tipo di ipotesi», ricorda il sindaco di Alano Serenella Bogana, «la nostra attenzione è alta e andremo a chiedere le debite rassicurazioni, visto che ci troviamo in una conca e che qualsiasi sostanza immessa nell'aria viene respirata anche da noi».

Ma se da Alano qualche segnale di preoccupazione è già stato raccolto, a Quero Vas pare che le acque siano ancora piatte. Tanto che il sindaco Bruno Zanolla evita ogni tipo di commento, visto che «non abbiamo ancora avuto conferme ufficiali e finché non ce ne saranno è inutile fare polemiche strumentali». Più incisiva è stata invece la senatrice Laura Puppato, della meno vicina Crocetta del Montello: «Sto per presentare un'interrogazione per sollecitare i ministri Galletti e Calenda a chiedere conto alla Regione dei criteri per autorizzare questo tipo di impianti. Vanno fatte le opportune verifiche anche sull'accumulo di inquinanti a terra, visto che siamo a ridosso di un'area che ospita colture Doc e Docg».

Anche il deputato bellunese dei 5 Stelle Federico D'Incà coglie l’occasione per affrontare la questione: «Sono molto preoccupato visto che in passato lo stesso cementificio ha ricevuto un'autorizzazione simile. Ma per essere sostenibile, la plastica dev'essere riutilizzata, non trattata come fosse un rifiuto. Faccio notare che la zona del Trevigiano che comprende anche Pederobba è una delle più virtuose nella raccolta differenziata della plastica, ma si potrebbe trovare a respirare quella indifferenziata degli altri».

D'Incà ricorda inoltre che «la recente modifica alla legge regionale non limita più i rifiuti a un dato territorio, ma consente il loro spostamento a livello nazionale. Quindi i cittadini trevigiani saranno penalizzati nonostante i buoni risultati ottenuti. Le plastiche sono pericolose da bruciare perché possono contenere un sacco di elementi dannosi e produrre un numero maggiore di sostanze difficilmente controllabili, rispetto ai pneumatici e petcoke. I controlli ai fornitori non garantiranno emissioni del tutto controllate» sottolinea il deputato, che ha preparato un'altra interrogazione per subordinare la concessione della Via a un preventivo studio epidemiologico.

Francesca Valente

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