Si cerca il mix fra tradizione e innovazione

L’economia può svilupparsi grazie alle eccellenze locali solo se ci sono gli strumenti per farlo

BELLUNO. Filiera del legno, connessione internet veloce, spazi per il co-working. Cosa hanno in comune e soprattutto cosa c’entrano con il futuro di Belluno? Sono gli ingredienti per lo sviluppo dell’economia bellunese. A dare il loro contributo su questo tema sono stati, ed esempio, il sottosegretario Gianclaudio Bressa, che ha sottolineato come serva «creare punti di eccellenza per la ricerca nel campo montano, idrogeologico, della filiera del legno o del latte». Anche per il sociologo Diego Cason Belluno deve puntare più sulle sue peculiarità - anche in questo caso l’esempio è quello della filiera del legno - e meno sulla terziarizzazione. «I Comuni intorno a Belluno l’hanno sorpassata sia nella dinamica demografica che in quella economica» spiega Cason, «è lì che si trovano le imprese più all’avanguardia».

Il tema è quello dell’innovazione, centrale soprattutto per i giovani. «Bisogna mettere in rete amministrazione, industria e scuola» spiega Stefano Casagrande, attivo in città con gli eventi di BellunoLaNotte, che ricorda anche come anni fa si fosse tentata la strada del co-working, cioè di uno spazio di lavoro condiviso e a basso costo. È lì che, soprattutto nelle grandi città, nascono le start-up.

Dalla blogger Clio Zammatteo, guru del make-up e imprenditrice del web, arriva il suggerimento di dotare Belluno di una connessione internet veloce, all’altezza dei tempi. «È quello che fa la differenza per me e me ne rendo conto ogni volta che torno in Italia» spiega, «dare la possibilità a tutti, e non solo ai privilegiati, di avere una connessione veloce può dare a Belluno la possibilità di una grande svolta».

Toccare l’argomento “giovani” significa aprire un vaso di Pandora. Solo loro gli attori protagonisti della Belluno del domani ed è del loro futuro che si parla in queste pagine. Ma più di un intervistato ha toccato anche l’argomento del presente di alcuni di loro, una percentuale minoritaria ma che incide in modo molto visibile sulla vita della città. Si tratta dei writers, o sarebbe meglio dire vandali, insomma di coloro che imbrattano di scritte i muri dei palazzi antichi. «Vanno perseguiti e puniti» suggerisce il presidente di Confcommercio Paolo Doglioni. «La sciatteria porta ulteriore sciatteria» commenta l’ex sindaco Maurizio Fistarol, «è una legge quasi matematica». (v.v.)

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