Si fa curare al Codivilla, finisce in manette
CORTINA. Le manette se le è ritrovate ai polsi nel cuore della notte, nella sua stanza di ospedale, dove quattro carabinieri lo hanno sorpreso nel sonno per notificargli l’ordinanza di custodia cautelare in carcere.
Un arresto non certamente di routine quello che i militari della stazione di Cortina hanno eseguito intorno alle 4 di ieri all’ospedale Codivilla. E non solo per l’orario: pesanti, infatti, le accuse nei confronti di Antonino Vallelunga, 34 anni di Termini Imerese, ricercato per reati di stampo mafioso nell’ambito di una vasta operazione condotta dai carabinieri di Palermo.
L’uomo era arrivato lunedì a Cortina e si era subito diretto all’ospedale Codivilla, dove si sarebbe dovuto sottoporre a un ciclo di terapie. Una presenza che i carabinieri avevano seguito sin dall’inizio, fino all’ordine di arresto, al quale il 34enne non si è opposto. Trasferito nella locale caserma dell’Arma per gli atti di rito, Vallelunga è stato quindi tradotto all’alba nella casa circondariale di Belluno.
L’operazione, denominata “Black Cat”, si è conclusa con 33 arresti tra le zone di Bagheria e Lascari (Palermo), oltre appunto a Cortina, ed è stata concodotta dai carabinieri della Compagnia di Termini Imerese. Ordinanze di custodia cautelare (24 in carcere e 9 agli arresti domiciliari) emesse dal gip del tribunale di Palermo, Fabrizio Molinari, su richiesta del capo della procura di Palermo Francesco Lo Voi, nei confronti di soggetti accusati, a vario titolo, di mafia, estorsioni, furto, rapina, illecita detenzione di armi, intestazione fittizia di beni e trasferimento fraudolento di valori. Tutti reati aggravati dall’agevolazione dell’attività del sodalizio mafioso. Le indagini hanno fornito un accurato quadro, consentendo di definire gli interessi di “cosa nostra” nella parte orientale della provincia di Palermo (sino ad arrivare ai confini delle province di Catania e Messina) e di ricostruire in maniera chiara e dettagliata i nuovi organigrammi dei due storici mandamenti mafiosi di Trabia e San Mauro Castelverde, con l’individuazione dei reggenti e degli affiliati.
Vallelunga è in particolare accusato di aver fatto parte della famiglia mafiosa di Trabia, alle dirette dipendenze di Michele Modica e Diego Rinella, curando i rapporti e i contatti con gli esponenti delle famiglie mafiose del mandamento di Trabia, di Bagheria e di San Mauro Castelverde, occupandosi principalmente del settore delle estorsioni, atti intimidatori e danneggiamenti.
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