«Si inizia con una fumata ma si rischia la dipendenza»
BELLUNO. «Anche un solo spinello può essere l’inizio di un percorso verso la tossicodipendenza». Don Gigetto De Bortoli, presidente del Ceis, da anni si occupa di giovani, di educazione e anche di dipendenze. Elementi che nel caso della coppia tratta in arresto per aver offerto degli spinelli a dei minorenni sembrano legati a doppio filo. «Temo che sempre più genitori vogliano essere degli amici, per i loro figli, ma sbagliano», spiega don Gigetto. «Primo perché non lo saranno mai fino in fondo, e secondo perché sono gli stessi ragazzi a chiedere agli adulti di essere adulti».
Invece troppo spesso madri e padri fingono di essere ancora dei ragazzi, «per avvicinarsi alle nuove generazioni o per paura di essere messi da parte dai loro figli», continua il presidente del Ceis. «Tenendo un comportamento di questo tipo, però, perdono la loro autorità, il ruolo stesso del genitore viene sminuito. Troppi ragazzi ormai pensano che mamme e papà non contino più niente, ma lo pensano per colpa dei modelli che vengono loro trasmessi. I genitori devono capire che essere troppo amici dei figli è un fallimento per la loro educazione».
Nel caso della coppia arrestata in Valbelluna, poi, si va oltre, perché c’è di mezzo la droga. «Purtroppo siamo alla banalizzazione dell’assunzione», spiega don Gigetto. «Tanti ragazzi pensano: “Per uno spinello, cosa vuoi che sia? Tanto lo fanno tutti”. Sbagliano, perché anche uno spinello può essere l’inizio di un percorso che può portare alla tossicodipendenza. Mi arrabbio quando li sento dire “Lo fanno tutti”: cosa significa, che bisogna fare anche le cose sbagliate?».
Il tutto, però si riconduce ancora all’educazione: «Se i genitori insegnano a un ragazzo a ragionare con la sua testa si evitano questi processi di banalizzazione che possono avere conseguenze gravi».(a.f.)
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