Si lavora a un piano per le emergenze e il razionamento

La situazione idrica resta grave seppur stazionaria, ma la Prefettura, insieme con tutti i soggetti interessati, sta lavorando alla pianificazione di un piano di emergenza 

BELLUNO. La situazione idrica resta grave seppur stazionaria, ma la Prefettura, insieme con tutti i soggetti interessati, sta lavorando alla pianificazione di un piano di emergenza che si configurerà in tre livelli: livello di attenzione (quello in cui siamo ora in provincia, ndr), di preallarme e di allarme.

Ad ognuno di questi corrisponderanno delle azioni da mettere in campo, tra cui appunto anche la razionalizzazione idrica. Una soluzione che la Prefettura, con gli altri protagonisti che si stanno impegnando contro questa stagione siccitosa, sta cercando di evitare con ogni mezzo. A cominciare dal rinnovato appello «a tutti gli amministratori locali affinché emanino l’ordinanza contro lo spreco d’acqua e soprattutto a tutti i cittadini perché facciano un uso ragionato e consapevole di questa risorsa così preziosa», precisa il vice prefetto aggiunto Andrea Celsi che aggiunge: «Ad oggi, infatti, soltanto la metà dei Comuni bellunesi ha provveduto a emanare quanto richiesto ancora alla fine di dicembre».

Intanto, prosegue la mappatura delle sorgenti alternative da parte di Bim Gsp, come concordato in uno dei primi vertici a palazzo dei Rettori. «Ne sono state scoperte due che potrebbero essere utilizzate in caso di bisogno», precisa Celsi che spiega ancora: «Una è stata trovata a Sovramonte e l’altra a Pieve di Cadore. Quest’ultima si trova nella frazione di Nebbiù e potrebbe servire questa località e quella di Tai, in caso di necessità. Mentre, a Sovramonte la sorgente è stata a rintracciata tra Aune e Salzen e potrebbe servire la frazione di Croce d’Aune e Terna». Si tratterebbe di sorgenti già collegate ad condotte acquedottistiche dismesse. «Abbiamo chiesto alle Usl di verificare la potabilità dell’acqua delle due sorgenti, così, se servirà in caso di cali di portata, si potranno utilizzate». Restano, però, le criticità note di Cencenighe, Lamon e dell’Agordino (in questi giorni autocisterne dei vigili del fuoco hanno provveduto al rifornimento della vasca di San Donato a Lamon, oltre che a quella di Cencenighe, l’unico comune ad oggi ad essere stato classificato dal Bim gsp come già in situazione più che critica - bollino rosso).

La situazione, già di per sè critica, si va aggravando anche per le condizioni meteorologiche che non danno cenno al miglioramento, cioè non sono previste precipitazioni. E questo fa sempre più pensare che presto si dovrà giungere al razionamento idrico. «Servirà per creare degli accumuli di acqua nelle singole località. Sicuramente, da quanto ci ha riferito il Bim Gsp, uno stop di qualche ora soltanto nell’erogazione dell’acqua non basterebbe a sanare l’abbassamento del livello idrico nelle vasche, si parla almeno di 12 ore continuate di stop. Il tempo è tanto ed è comprensibile che andiamo cauti nell’affrontare questa decisione».

Paola Dall’Anese

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