Si potranno valorizzare musei opifici e i sacrari della Guerra

BELLUNO. Il Piave nasconde gioielli. Capolavori architettonici, come le splendide ville venete, ma anche gli opifici, disseminati nel territorio bellunese. Bellissimi, ma poco conosciuti, spesso...

BELLUNO. Il Piave nasconde gioielli. Capolavori architettonici, come le splendide ville venete, ma anche gli opifici, disseminati nel territorio bellunese. Bellissimi, ma poco conosciuti, spesso anche dagli stessi abitanti nella provincia più a nord del Veneto. La candidatura del Piave a Patrimonio dell’Umanità Unesco rappresenta un’occasione per valorizzare questi siti, per farli conoscere ai bellunesi, prima, ai turisti poi.

«Oggi più che mai il turisti viene indotto a visitare un luogo se gli si parla di cultura», spiega Giuliano Vantaggi, presidente del comitato promotore. «Con questa candidatura promuoveremo tutto l’insieme delle opere artistiche, dei musei, le chiesette, gli edifici, i sacrari della Grande Guerra, gli opifici che si affacciano sulle sponde del Piave».

Nel Bellunese c’è la cartiera di Vas, restaurata qualche anno fa, ma c’è anche la torre della Gardona, che il Comune di Longarone vuole sistemare. «L’Unesco rappresenta un “pungolo”», prosegue Vantaggi. «Avere il riconoscimento sarebbe da stimolo per valorizzare questi gioielli che abbiamo nel nostro territorio».

E per farli conoscere ai turisti: «A Venezia arrivano visitatori che cercano occasioni culturali. Puntando sulla cultura potremo trascinarli a vedere le nostre bellezze e creare un’unione fra Venezia e le Dolomiti». Che correrebbe lungo l’asta del Piave, e collegherebbe, guarda caso, due siti Unesco fra i più conosciuti al mondo.

Importante sarà il piano di comunicazione. Ci sta lavorando Mario Maffucci, ex capo struttura Rai. «Raccontare il patrimonio che il Piave si porta con sé è un’impresa enorme», spiega. «In autunno il programma Linea verde affronterà il percorso catalogando per immagini tutti i beni che si incontrano lungo il corso del fiume. Poi studieremo altri eventi. Sicuramente uno riguarderà la Grande guerra, perché il tentativo è di essere inseriti nella lista dei Patrimoni dell’Umanità nel 2018, anno in cui si celebrerà il centenario della fine della Grande guerra, che ha lasciato tanti segni nel nostro territorio. Si pensi che ci sono diciannove sacrari lungo il Piave, tutta Europa riposa lungo il fiume». Nel Bellunese si trovano a Quero e a Pian de Salesei.

Il percorso per portare il Piave nella World Heritage list ora prevede la stesura del dossier da presentare all’Unesco. Prima il fiume sarà inserito nella tentative list italiana, una lista propositiva che ha ogni stato e dal quale vengono scelti i siti (uno o al massimo due per ciascun Paese) da proporre all’Unesco. Per costruire il dossier ci vorrà un anno e ci lavoreranno i comitati tecnico e scientifico.

Alessia Forzin

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