Si spezza una gamba facendo canyoning

Un 47enne padovano è scivolato scendendo il torrente in Val Maggiore, la nuova patria degli appassionati di torrentismo
Di Marco Ceci

PONTE NELLE ALPI. Frattura scomposta di tibia e perone della gamba destra. La passione per il canyoning è costata cara al 47enne C.I., di Padova, che ieri mattina è scivolato sulle rocce mentre stava scendendo il corso d’acqua che attraversa la Val Maggiore.

L’uomo, assieme ad altri appassionati che ieri hanno letteralmente preso d’assalto la Val Maggiore - ormai una delle capitali europee del torrentismo (che consiste nella discesa a piedi di strette gole o canyon percorse da piccoli corsi d’acqua) - si era introdotto nello stretto canyon naturale a Quantin, luogo abituale di partenza per le escursioni. Dopo circa due chilometri di discesa lungo il torrente (a poche centinaia di metri dall’uscita, in località La Secca), forse tradito dalle rocce particolarmente scivolose, l’uomo ha perso l’equilibrio, cadendo e sbattendo violentemente la gamba destra contro alcune pietre. Ad accorgersi dell’accaduto altri appassionati che, dopo aver udito le grida, lo hanno raggiunto, attendendo l’arrivo dei soccorsi, allertati dallo stesso infortunato. Caricato in ambulanza con l’aiuto degli stessi escursionisti, l’uomo è stato quindi trasportato al pronto soccorso di Belluno, dove gli accertamenti medici hanno evidenziato la frattura scomposta di tibia e perone della gamba destra. Nonostante l’indicazione di ricovero dei medici bellunesi, l’uomo ha preferito andare a curarsi ad Abano Terme.

Non una negligenza, comunque, quella del 47enne padovano «perchè praticando attività di questo genere», ha spiegato la guida alpina Pierangelo Pedol, «il rischio di infortunio è una componente da mettere sempre in preventivo. La Val Maggiore, in ogni caso, è un percorso di media difficoltà, ma presenta alcuni tratti insidiosi: le pietre, scavate dall’acqua, sono particolarmente lisce ed è probabile che siano state proprio queste a tradirlo»:

Guide alpine Alpago che, assieme ad altre associazioni, gestiscono l’attività di canyoning in Val Maggiore. «Forniamo agli appassionati l’attrezzatura, dal caschetto alle corde per i passaggi più complessi, oltre ad accompagnarli nell’attraversata. Avere la guida resta sempre la scelta più sicura, ma non sono certo rari i casi in cui l’escursionista opta per il “fai da te”. Da alcuni anni questa è una zona che ha assistito a una vera e propria esplosione del fenomeno canyoning, tanto che in molti si stanno adoperando per organizzarvi un raduno internazionale».

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