Si valutano nuove linee di trattamento dei rifiuti
BELLUNO. Obiettivo valorizzazione. Congelata la trasformazione di Dolomiti ambiente (la società della Provincia che si occupa del trattamento dei rifiuti prodotti nel Bellunese) da Spa in Srl, sul tavolo ci sono investimenti per valorizzare l’impianto del Maserot. È qui, nella struttura di Santa Giustina, che finiscono il secco e l’umido raccolti dalle società che operano nei 64 comuni bellunesi.
Il nuovo motore. L’umido viene trattato nel biodigestore, strumento che “digerisce” il rifiuto ricavandone energia elettrica che viene venduta in rete. Ma il biodigestore ha sempre prodotto più biogas rispetto a quello che era stato previsto. Ogni anno si perdono, bruciati nella torcia, circa 100 kiloWatt, cioè fra i 10 e i 13 mila euro al mese. Soldi che a breve entreranno nelle casse della società: la scorsa settimana è stato finalmente montato il nuovo motore, che permetterà di trasformare quel biogas.
«Non è ancora entrato in funzione perché aspettiamo il collegamento con la rete Enel», spiega il presidente di Dolomiti ambiente Luciano Gesiot. Quando lo sarà, le stime dicono che sarà prodotta energia per una cifra vicina ai 100 mila euro all’anno. Il motore ne è costati poco meno di 200 mila.
E per sfruttare anche i residui di biogas, Dolomiti ambiente ha avviato un’indagine di mercato per acquistare un ulteriore motore. Costo dell’investimento previsto: 120 mila euro. «Stiamo cercando di ottimizzare al massimo l’impianto», si limita a dire Gesiot.
Dolomiti ambiente resta Spa. Congelata la trasformazione in Srl, voluta fortemente dalla Provincia (era l’anno scorso) «per abbattere i costi». Così diceva l’allora consigliere delegato all’ambiente Stefano Deon. Il CdA di Dolomiti ambiente, però, si è riunito a dicembre e ha deliberato all’unanimità di sospendere la procedura. Possibile, visto che in società ci sono soci privati e dunque il capitale non è interamente pubblico. Come mai la decisione? È probabile ci si sia resi conto che i risparmi non sarebbero stati così consistenti e, soprattutto, che non ci fossero i soldi per liquidare i soci privati (Gsp e Acegas) che sarebbero usciti in caso di trasformazione. Ballava una cifra fra i 400 e i 500 mila euro, per la Provincia sarebbe stata dura trovarli considerando l’attuale situazione. E si può supporre che Dolomiti ambiente non abbia voluto impegnarsi in un’operazione tanto costosa.
Nuove linee di trattamento? L’obiettivo, del CdA come della Provincia, è quello di valorizzare il Maserot. «Stiamo lavorando per capire se ci sono margini per ottenere certificazioni sul trattamento di altri rifiuti, quali la carta e la plastica», spiega il consigliere delegato all’ambiente Mirco Costa. La proposta l’aveva lanciata il sindaco di Feltre Paolo Perenzin lo scorso anno, per potenziare il Maserot che ha sempre meno secco da trattare visto che in provincia la raccolta differenziata funziona.
«Ho anche avuto un incontro con l’europarlamentare Dorfmann», aggiunge Costa, «per capire se in Europa ci sono risorse cui attingere per potenziare il nostro impianto». Che, per Costa, rappresenta il futuro per la gestione dei rifiuti in provincia: prima o poi le discariche ancora attive si esauriranno, e allora anche i Comuni che ancora le usano dovranno fare una scelta.
«Dopo qualche anno di crisi, sotto la gestione Gesiot Dolomiti ambiente si sta risanando e anche quest’anno presenterà un bilancio in attivo», chiude Costa. Poche decine di migliaia di euro, quel tanto che basta per guardare al futuro con ottimismo. (a.f.)
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