Sicurezza sulla Sp1 i cittadini di Levego hanno una soluzione

BELLUNO. C’è un’unica rotatoria che serve a Levego. Ed è quella all’incrocio fra la strada che porta alle case popolari e al villaggio Margherita, la Sp1, la “Costa” che scende da Castion e via Levego, che conduce nel cuore della parte vecchia della frazione. Costruirne un’altra, a poche decine di metri, per servire l’area artigianale, andrebbe a compromettere la viabilità lungo la strada provinciale. Ne sono convinti gli abitanti di Levego e Sagrogna, che da tempo vanno chiedendo al Comune di realizzare la rotatoria veramente necessaria agli abitanti, e che sono molto preoccupati nel vedere come si stanno mettendo le cose.
Gli imprenditori riuniti nel Consorzio Quadrante Levego, infatti, sono intenzionati a fare una rotonda per l’accesso all’area artigianale. Hanno anche un permesso a costruire in mano, rilasciato nel 2012 ai tempi dell’amministrazione Prade. Ma «l’amministrazione ha concesso ai privati questa autorizzazione senza attendere l’autorizzazione dell’ente proprietario della strada, cioè la Provincia», spiega Pietro Sommavilla, ingegnere che vive a Levego e che di strade ha una certa esperienza visto che ha progettato le principali varianti della provincia.
Il Comitato dei cittadini, insieme a Sommavilla, ha incontrato l’assessore Frison all’inizio di novembre dell’anno scorso. Era appena stato presentato lo studio sulla viabilità lungo la Sp1 realizzato dall’ingegner Piazza su mandato del Consorzio Quadrante Levego. Uno studio dal quale emerge che sono circa 15 mila i veicoli che percorrono quotidianamente la provinciale della Sinistra Piave. Ma Piazza spiega anche che realizzare due rotatorie (quella per le case popolari e quella per l’area artigianale) allungherà i tempi per immettersi sulla Sp1 per gli abitanti di Levego nuova e Castion: «Ci vorranno oltre 11 minuti per indirizzarsi verso Ponte nelle Alpi, oltre 4 per immettersi verso Belluno», continua Sommavilla. «In assenza della rotatoria a servizio dell’area artigianale, invece, lo studio prevede due minuti per indirizzarsi verso Ponte nelle Alpi, un minuto per svoltare verso Belluno, sempre provenendo da Levego nuova e Castion. Il flusso delle auto proveniente da via Levego, invece, non viene neanche considerato». L’analisi dei dati porta ad una considerazione: «Questi tempi non possono essere accettati dagli utenti».
Anche perché, aggiunge l’ingegnere, «la Sp1 è l’unica strada a scorrimento (lento, non certo veloce) in Valbelluna e in provincia. Le normative e il buonsenso consigliano intersezioni a livelli sfalsati, come quelle che servono l’abitato di Trichiana, su queste strade». Fare due rotatorie in meno di cento metri - senza considerare quella della lottizzazione Futura, a 3-400 metri dall’incrocio delle case popolari - andrebbe a creare problemi che, secondo Sommavilla e i cittadini del Comitato presieduto da Daniele Scagnet, si possono evitare. Il Comitato ha proposto una soluzione al Comune: «È nello studio di fattibilità redatto nel 2008 da Veneto strade». Si tratterebbe di collegare le aree produttive di Levego e Sagrogna dall’interno, ovvero dal piazzale vicino al ristorante De Gusto. Basterebbe costruire un ponticello sul torrente Meassa («costo poche centinaia di migliaia di euro, ben al di sotto del milione», assicura Sommavilla). L’uscita sulla Sp1 avverrebbe, anche per l’area artigianale di Levego, attraverso lo svincolo esistente all’altezza del De Gusto.
La soluzione costerebbe un po’ di più rispetto alla rotatoria prevista dal Consorzio, ma «si tratta di qualche centinaio di migliaia di euro, non di milioni», conclude Sommavilla, «Invitiamo il Comune a non scaricare sulla cittadinanza le conseguenze di una grana ereditata, e invitiamo gli imprenditori a un maggiore senso civico».
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