Siero da smaltire: le latterie chiedono un depuratore
SOSPIROLO. Lo smaltimento del siero? Un problema e soprattutto un costo per le latterie bellunesi. E così, nell’ambito di un progetto legato al salvataggio dell’agricoltura bellunese e del suo ambiente, le associazioni di categoria del settore primario e le 13 latterie presenti sul territorio hanno studiato una soluzione: attuare una serie di opere che permettano di togliere questo gravoso onere dalle spalle degli allevatori della Provincia.
Le due più importanti riguardano la realizzazione di uno specifico concentratore nella sede di Lattebusche e di un depuratore, sempre a ridosso di Busche. In questo modo, il ciclo produttivo del siero avverrebbe in loco, garantendo un risparmio diventato ormai quasi vitale per le nostre latterie. Il finanziamento del progetto avverrebbe attingendo ai fondi di confine. Il costo totale degli investimenti previsti è all’incirca di 4 milioni e mezzo di euro, suddivisi tra i 3 per la realizzazione del depuratore e l’1,5 da dedicare al concentratore e alle migliorie nelle varie latterie. Nello specifico del depuratore, contribuirebbero alla parte economica anche la stessa Lattebusche e le varie latterie.
Va ricordato che, per accedere ai fondi, il cofinanziamento è elemento indispensabile. «Si tratta», fanno sapere alcuni rappresentanti delle latterie riunitesi ieri a Camolino, «di un vero e proprio progetto strategico di area vasta. In fondo, sarebbe il primo che effettivamente abbraccia tutta la provincia e non solo determinate porzioni di territori. Proprio per questo abbiamo già interessato sindaci, il presidente della Provincia Roberto Padrin e l’onorevole Roger De Menech, responsabile della gestione dei fondi dei comuni confinanti».
L’opera di certo più importante è la costruzione del depuratore. «Questo verrebbe realizzato all’altezza delle curve di Busche, con materiale di nuova generazione. L’acqua che ne uscirebbe sarebbe disponibile per uso civile senza alcun tipo di problema. Il tutto senza propagazione di odore o quant’altro. Va poi sottolineato come questo depuratore verrebbe utilizzato per le proprie necessità anche dai comuni di Cesiomaggiore e Lentiai».
Il tempo non è molto, avvertono i responsabili delle varie latterie.
«Se di colpo non venisse più raccolto il nostro siero, saremmo costretti a chiudere, con tutte le ricadute negative sul territorio che si possono immaginare. Già negli ultimi decenni la superficie agricola utilizzata si è ridotta di ben oltre la metà, specie nelle zone più periferiche e disagiate. La conseguenza è stata l’avanzare della boscaglia e la presenza di un ambiente abbandonato, in degrado e poco accogliente per i turisti Insomma, occorre muoversi il più in fretta possibile».
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