Silcon Plastic, da 30 anni in Val di Zoldo
VAL DI ZOLDO. La Silcon Plastic sta per tagliare il traguardo dei trent’anni. E da anni il capannone a Ciamber è circondato da tante auto, segno eloquente di una vibrante attività che dà lavoro a 130 persone nella vallata. Difficoltà, amarezze, ostinazione, passione, volontà di restare a Zoldo, successo, brevetti, innovazione: eccolo il copione di un’azienda che ottiene ottimi riscontri in Italia e all’estero. Lo sviluppo di questa realtà imprenditoriale si deve a Piero Battistin, Angelo Costantin e Luigi Bianchi (quest’ultimo è deceduto una decina di anni fa), che hanno dato vita alla Silcon Plastic. Oggi Costantin segue la parte tecnica, Battistin quella amministrativa.
Da qualche anno sono entrati in azienda due figli dei soci: Virgilio Costantin da il suo contributo nella parte tecnica, Andrea Basilio Battistin si occupa di organizzazione e delle incombenze burocratiche.
Partiamo dall’inizio. L’inizio è stato tormentato.
«Non riuscivamo», spiegano i due soci, «ad ottenere le autorizzazioni per costruire il capannone. La nostra attività si svolgeva in modo sparpagliato in cinque sedi, tre delle quali “abusive”».
Ma non vi siete persi d’animo.
«La cosa principale, quella più importante, era poter lavorare e vivere a Zoldo, al contrario di tanti nostri concittadini che hanno scelto la via dell’emigrazione. Avrebbero potuto vivere in montagna, hanno preferito fare altre scelte».
Com’è andata nei primi anni di attività?
«Forse eravamo una nota stonata, fuori del coro rispetto alla realtà zoldana. Abbiamo voluto, fortissimamente voluto, rimanere a Zoldo. Verso la fine degli anni Ottanta abbiamo rifiutato di trasferirci a Longarone, in zona industriale, con tutte le agevolazioni fiscali concesse dalle leggi del Vajont. Erano parecchi soldi, tuttavia l’idea di rimanere a Zoldo ha prevalso».
E i fatti vi hanno dato ragione.
«Malgrado la posizione marginale di Zoldo in confronto alle zone operative siamo riusciti a sviluppare, all’interno della fabbrica, profili professionali eccellenti. Tutto il personale è di Zoldo, ad eccezione di cinque persone di Igne e Cibiana. Abbiamo limitato, in maniera significativa, il turnover. Adesso proponiamo alla scuola media di preparare un progetto che permetta agli alunni di relazionarsi con noi in previsione di un futuro lavorativo nella nostra azienda».
Nel panorama italiano ed estero la Silcon Plastic viene considerata un’eccellenza. Quali sono i vostri punti di forza?
«La volontà e la determinazione di una ricerca quotidiana per risolvere tutti i problemi attinenti la lavorazione. Le aziende che hanno problemi complicati da risolvere si rivolgono a noi. Siamo gli unici in Italia a non avere un agente commerciale. Siamo conosciuti per la nostra professionalità e le continue innovazioni. Siamo riusciti a ricavare una ventina di brevetti che utilizziamo per la nostra produzione».
Quali sono i prodotti di lavorazione nella vostra azienda?
«L’ottanta per cento della produzione è rivolta al settore occhialeria. Quindi componenti in plastica e in metallo. Con la plastica iniettata prepariamo tutti i componenti per fare occhiali. Con il metallo usiamo la tecnologia della polvere detta M.I.M., un procedimento nuovo che viene usato nell’industria da 25 anni e da noi da dieci anni».
L’azienda ha investito molto anche in tecnologia in questi anni.
«Nel 2011 abbiamo installato un impianto fotovoltaico che ci dà buoni riscontri. Non ha scarichi inquinanti, gli unici scarichi sono quelli dei servizi igienici».
L’azienda è sempre disponibile a dare il suo contributo a iniziative attraverso le sponsorizzazioni, ma come vede il suo futuro?
«Una bella domanda», chiosa Costantin. «Una volta i cicli duravano anni mentre adesso nel giro di pochi mesi può succedere l’imponderabile. Noi speriamo di adeguarci agli eventuali cambiamenti. Siamo, ad ogni modo, sempre vigili».
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