Simulano il furto di un’auto ma è soltanto a far riparare

LONGARONE. «Ci hanno rubato l’auto», ma in realtà l’avevano portata a far aggiustare. I due leccesi Monica Arianna e Nicola Centonze sono accusati di simulazione di reato in concorso tra loro. Sono...

LONGARONE. «Ci hanno rubato l’auto», ma in realtà l’avevano portata a far aggiustare. I due leccesi Monica Arianna e Nicola Centonze sono accusati di simulazione di reato in concorso tra loro. Sono andati a denunciare qualcosa che non era assolutamente successo. Il 10 marzo di sei anni fa si erano presentati alla caserma dei carabinieri di Squinzano per dettare una querela, presumibilmente contro ignoti. A sentire loro, non trovavano più una Fiat Tipo targata Ravenna (una targa vecchia con la sigla della provincia di provenienza e non alfanumerica) e intestata alla società Crm costruzioni snc, che loro stessi amministravano.

Un’impresa edile, che aveva sede nella zona industriale e, nel frattempo, era fallita. Le indagini dei militari avevano permesso di rintracciare il veicolo nell’officina di un concessionario di Belluno. Nessun furto, in realtà, semplicemente la necessità di una qualche riparazione. Non si sa dove fosse localizzato l’eventuale guasto. Questo è quanto è possibile ipotizzare, dal momento che il processo per simulazione di reato è appena cominciato. I fatti sono stati contestati tra Squinzano, dove è avvenuta la denuncia e Belluno, dove ha sede la concessionaria e la vicenda è approdata davanti al giudice Coniglio e al pubblico ministero Rossi per l’indispensabile udienza filtro.

I Centonze sono difesi d’ufficio dall’avvocato bellunese Favero e sia il loro legale hanno presentato le liste dei testimoni, prima dell’inevitabile rinvio. (g.s.)

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